Tecniche mentali
Le tecniche mentali sono stimolatori o guide del pensiero. Si possono dividere in tre blocchi: tecniche e metodi di stimolazione della creatività, della capacità di trovare spunti inediti e idee nuove; tecniche e metodi di organizzazione delle idee accumulate; tecniche e supporti alla decisione.
Stimolazione della creatività
La pagina aggregatrice “Creatività” dell’Atlante di Problem Solving ne raccoglie i link a tutte le voci sull’argomento, e a strumenti come il pensiero laterale, le carte creative, la mappa della fantasia, il modo per superare la paura del foglio bianco, il why not. Le mappe mentali e concettuali rappresentano in maniera sinottica i processi di associazione di idee propri al nostro modo di ragionare, e aiutano ne trovare idee, somiglianze, differenze.
Organizzazione delle idee
Le mappe mentali e concettuali sono molto utili oltre che per generare idee, per organizzarle in strutture gerarchiche, con relazioni fra genitori e figli, ossia fra contenitori (i felini) e contenuti (il gatto), e tra fratelli, ossia argomenti che sono sullo stesso livello gerarchico (il gatto e la lince, ambedue appartenenti alla pari al contenitore “felini”). Oltre che con mappe radiali e a rete le idee si possono organizzare con organigrammi e con diagrammi di flusso o flow chart, per rappresentare processi che partono da un inizio e si dirigono verso un risultato finale, come è il caso di algoritmi di programmazione informatica, schemi di impianti elettrici o di processi produttivi.
Le strutture gerarchiche si possono fare anche con l’outliner, lo strumento strutturatore di un word processor, molto utile quando si comincia a buttar giù una scaletta, o per strutturare in modo gerarchico e sequenziale testi anche lunghi e complessi, o accumulazioni informi di idee prodotte da un brainstorming. La strutturazione gerarchica è molto utile per organizzare contenuti e stili di un sito web, e un insieme di cartelle nel proprio hard disk.
Tecniche di decisione
Dopo aver definito il problema si deve procedere alla sua soluzione, che spesso comporta la necessità di prendere decisioni fra soluzioni diverse. Anche dopo aver scelto una soluzione del problema (decision making) si deve passare alla fase del decision taking, del decidere che cosa si deve fare in concreto e di come agire per applicare la decisione presa. Per prendere decisioni, specialmente quando ci si trova di fronte ad alternative difficili, si usano sistemi di supporto alle decisioni o Decision support systems (DSS). Poiché la decisione è la fase finale e produttiva di qualsiasi processo mentale, è importante conoscere i principali modi di pensare, responsabili di decisioni funzionali o disfunzionali.
Nel prendere decisioni, oltre alle informazioni, ai dati oggettivi, alle proprie competenze e alla conoscenza del problema, possono esercitare un’influenza più o meno consistente i modi di pensare, come i bias cognitivi, il pensierro illusorio, il pensiero magico, il pensiero laterale, il pensiero paradigmatico, il pensiero sistemico.