Forme forti e deboli

atlante – gestione a vista

Le forme forti sono figure di più facile identificazione, descrizione e rappresentazione rispetto alle forme deboli. Il quadrato è una forma forte, la nuvola è una forma debole. Le forme chiuse e regolari sono più forti delle forme aperte e irregolari: un mattone ha una forma più forte di un secchio di calce. 

Le forme forti, rispetto a quelle deboli, sono più facili da comprendere, disegnare o costruire, misurare, riconoscere, ricordare. Non a caso sono usate in situazioni in cui devono essere percepite e comprese in un istante, come nella segnaletica stradale, tutta basata su cerchi, triangoli, frecce, croci.

completamento forme

Quando configuriamo ciò che vediamo, tendiamo a configurare forme forti piuttosto che forme deboli, completandole.

Nella prima immagine in alto a sinistra tutti vedrebbero un cerchio a cui manca un pezzetto, più che una curva non chiusa, perché completiamo mentalmente la parte che manca. Invece non lo facciamo con le due forme a destra, che riconosciamo come fumetti e li interpretiamo come la visualizzazione di una conversazione in corso.

Vediamo addirittura un cerchio inesistente nella figura in basso a sinistra, perché è più facile pensare che la griglia sia fatta da linee tutte uguali su cui è sovrapposto un cerchio bianco, invece di pensare che le linee centrali siano tutte diverse.

Di fronte alla forma debole della matassa scompigliata, nella figura in basso a destra, vediamo subito la forma forte del gomitolo, anche se è fatto degli stessi fili o, nel caso del disegno, dallo stesso tipo di linee.

anelli stradali

Le forme forti risaltano in tutto ciò che vediamo, come accade in queste foto satellitari in cui salta agli occhi il cerchio perfetto della strada che a sinistra circonda il territorio di Disneyland Europe, a est di Parigi, e a destra costituisce la pista per collaudi di auto ad alta velocità nei pressi di Nardò in Salento. La strada circolare di Disney è stata costruita dal 1988 al 2000 ed ha un diametro di poco più di 3 km. La pista di Nardò, che comprende anche due piste a curve, una asfaltata e una sterrata, è stata costruita dalla Fiat nel 1975 e ora appartiene alla Porsche ed è usata per collaudi da costruttori di tutto il mondo. Ha poco più di 4 km di diametro.

AI fini della percezione visiva è da notare come la forma regolare del cerchio salti agli occhi distinguendosi da tutte le altre forme varie e irregolari.

Scendendo un po’ più in basso e osservando dall’alto quartieri urbani e edifici, vediamo spiccare fra il groviglio di case del tessuto urbanistico medievale del centro di Lucca l’ellisse regolare della Piazza dell’Anfiteatro, costruita nel medioevo sui resti dell’anfiteatro romano del II sec. d.C. e sistemata urbanisticamente nel XIX sec. dall’architetto Lorenzo Nottolini che sgombrò l’area dell’arena e disegnò tutto intorno la Via dell’Anfiteatro.

Nelle foto a destra si vede invece il Casino di Caccia dei Barberini detto Il Triangolo per la sua pianta a forma di triangolo equilatero con la torretta che ha la forma di un triangolo iscritto nel triangolo dell’edificio sottostante. Il tutto è inserito in un cerchio erboso. La singolare costruzione si trova nei pressi di Palestrina e fu fatta nel 1653 da Francesco Romano Contini, con significati esoterici.

disposizioni architettoniche

Se scendiamo fino a terra e ci poniamo di fronte al singolo edificio, notiamo che le forme forti possono essere omogenee, come i rettangoli con cui è costruito e modulato il blocco del cimitero di San Cataldo di Modena del 1971, opera dell’architetto razionalista Aldo Rossi, oppure combinarsi fra di loro come per la facciata del Duomo di Orvieto (1300-1500) che si impone con la sua armoniosa combinazione di triangoli, quadrati e cerchi.

 

triangoli, quadratu, cerchi munari e zen

Triangoli, quadrati e cerchi sono le forme forti per eccellenza, alla base della geometria euclidea. Le ha studiate Bruno Munari dedicandovi tre piacevolissimi libretti del 1976, ora riediti, in cui analizza l’importanza di queste forme dalle arti antiche al moderno design.

Triangolo, quadrato e cerchio sono spesso dipinti da monaci zen con la loro pennellata immediata, come koan visivi, ossia enigmi che hanno lo scopo di mettere in corto circuito la ragione per portare la mente all’illuminazine improvvisa e intuitiva, e ad essi sono di volta in volta attribuiti vari significati esoterici.

Triangoli, quadrati e cerchi è anche un mio gioco d’aula in cui i partecipanti devono assumere la personalità delle rispettive forme forti per interagire e comunicare.

geometrie euclidee e non euclidee

La geometria euclidea studia le figure su un piano bidimernsionale, ma la realtà è tridimensionale, ed è studiata dalla geometria non euclidea, che considera le figure su superfici curve e ne studia le deformazioni progressive. La figura a destra mostra le deformazioni di un triangolo  su una superficie sferica, man mano che dal centro ci si sposta verso i bordi.

Artisti come Escher (a sinistra) o Vasarely (a destra) hanno creato suggestive opere applicando curvature progressive alle forme piane per creare l’illusione di superfici sferiche. In questo caso il cervello crea una forma forte, la sfera, per semplificare l’eccesso di informazioni costituito dalle deformazioni progressive.

frattali

Vi sono molti casi in cui osserviamo forme semplici che si ripetono con variazioni minime di forma e dimensioni fra un passaggio e l’altro, e danno luogo a forme complesse deboli o forti per il modo in cui si sviluppano. Queste forme, che possono diventare estremamente complesse, sono state studiate dalla teoria dei frattali. Possono essere generate dal computer in base a formule matematiche piuttosto semplici ma sempre ricorsive. come negli esempi qui mostrati, o si trovano in natura, dalle nuvole ai fiumi alle chiome degli alberi. Di fronte ad esse il cervello o semplifica trascurando i particolari, oppure si perde nei particolari e individua solo forme simmetriche o ricorrenti come le spirali.

serie di Fibonacci

Un tipo particolare di frattale è la successione di Fibonacci, una serie di numeri interi che fu individuata nei primi del Duecento da Leonardo Pisano detto il Fibonacci, singolare figura di mercante e matematico che viaggiò in tutto il mondo allora conosciuto e diffuse in Italia teorie e pratiche matematiche arabe e indiane. La successione si basa su una formula semplice: il numero che segue è la somma dei due numeri precedenti. Ne risulta la serie 1 2 3 5 8 13 21 34 55 ecc, e visualizzando ogni numero con un quarto di cerchio in proporzione, ne viene fuori una caratteristica forma a spirale che, pur nella sua complessità, diventa una forma forte che ritroviamo spesso in natura, dal nautilo al broccolo romano, dalla chiocciola alla galassia, dal cactus al corno dell’ariete.

bandiere del mondo

La riconoscibilità, e quindi la forza comunicativa delle forme dipende anche dal contesto socioculturale e dal legame affettivo che abbiamo con esse. Il volto di una persona amata tra la folla è più forte di tutti gli altri volti, e così è per le auto o le moto uguali alla nostra. Fra tante bandiere ognuno vedrà per prima la bandiera del suo paese, e poi la bandiera giapponese che visivamente è la più forte.

Anche la notorietà di un volto, di un segno grafico, di un insieme di colori, di un personaggio dello spettacolo o dello sport, contribuisce a dare forza alla sua immagine che spesso diventa un’icona pop che a sua volta diventa un segno di appartenenza, come la mela per gli amanti del MacIntosh, le frecce del riciclo per gli ecologisti, la foto posterizzata del Che per i simpatizzanti delle sinistre rivoluzionarie, Maradona per i napoletani, Marilyn nella famosa scena tratta da “Quando la moglie è in vacanza” per gli amanti del cinema.

Se una figura è composta da molti elementi, può darsi che a volte prevalga la figura, a volte gli elementi. In genere se l’elemento ha una forma forte e fa parte di un insieme che ha forma debole, prevale l’elemento. Se invece la forma dell’insieme è forte, l’elemento scompare nella texture insieme con gli altri elementi.

Nella foto in alto la zebra in primo piano, che ha una forma ben caratterizzata sia dall’aspetto equino, sia dal mantello a strisce, è una forma forte di fronte al branco sparpagliato in forma debole.

Nella foto in basso l‘elemento avrebbe una forma forte (la figura umana e l’uniforme) ma scompare nella forma forte del gruppo, che marcia in questo modo regolare e compatto proprio per far capire a colpo d’occhio che quello che conta è il gruppo più dell’individuo che può essere sostituibile in ogni momento.