La mentalità
Vedere, capire, fare, semplificare, strutturare
A monte di tutto il processo che parte dalla scoperta del problema e arriva all’applicazione delle soluzioni c’è una mentalità (mindset è il termine internazionale) che deve orientarsi al problema, che significa affrontare le difficoltà non come eventi fatali da subire, ma come problemi da risolvere (l’ombrello), distinguendoli dalle condizioni che non si possono risolvere (la pioggia).
La mentalità problem oriented si sviluppa attraverso le azioni del vedere che cosa abbiamo davanti, capire di che si tratta, fare qualcosa per intervenire riducendo la complessità degli eventi e strutturandoli in modo logico. In tal modo il problema può essere ben definito col problem setting, e si possono affrontare problemi reali e universali come l’invecchiamento.
La mentalità così orientata costituisce una struttura con tre pilastri e due architravi che semplifica le complessità della vita e del lavoro.
I tre pilastri della mentalità orientata al problema (vedere,capire, fare) sorreggono due architravi possenti (problem setting e fit ageing) che rappresentano l’essenza della mia filosofia e la sua applicazione alla realtà.
Vedere, Capire, Fare: i te pilastri mentali
Vedere: visualizzare il problema da più punti di vista e con strumenti visivi come la gestione a vista e il mapping per acquisire una prospettiva completa.
Capire: comprendere a fondo la natura, le strutture, le dinamiche, i meccanismi e le leve di cambiamento del problema.
Individuare le tentate soluzioni che non risolvono, gli ostacoli che bloccano, e definire gli obiettivi di cambiamento.
Fare: agire con interventi concreti, decidere, applicare le soluzioni, verificarne l’efficacia. Se funzionano metterle a sistema. Se non funzionano cercarne altre.
Problem setting e fit ageing: i due architravi
Problem Setting: la definizione del problema, il vedere e capire prima di fare che tipo di problema è, e se possiamo risolverlo.
Fit Ageing: l’applicazione diretta e pratica della metodologia Vedere, Capire, Fare a una sfida universale: affrontare l’invecchiamento (un problema reale e comune a tutta l’umanità) con le tecniche e la mentalità del problem solving.
Semplificare e strutturare
Una mentalità bene orientata al problema è capace di semplificare, ossia ridurre le complessità del mondo reale, e strutturare, ossia organizzare le percezioni e le conoscenze in base a strutture logiche atte a farne scoprire relazioni e significati.
Problemi ben definiti e soluzioni sono riduttori della complessità di una situazione problematica. Il setting definisce il disagio come problema, separa il problema dalle condizioni, lo rende strutturabile e comprensibile. Le soluzioni rimuovono gli ostacoli o raggiungono gli obiettivi in modo più semplice ed economico rispetto al problema: non si abbatte un albero per coglierne un frutto.
Bateson dice che al di sotto delle conoscenze c’è sempre una struttura che connette e crea relazioni rivelatrici. Il singolo problema fa parte di problemi più complessi, ed è importante individuare la struttura che lo lega ad essi: è una piramide gerarchica o una rete? Una sequenza o un loop?
Il mio grande sforzo di semplificazione e strutturazione si è concretizzato nel tempo in questa raccolta organizzata per settori di oltre 600 voci che spiegano in modo chiaro e conciso gli argomenti a cui sono dedicate, come le ho spiegate a clienti e allievi nel corso della mia lunga esperienza professionale.