Diagramma causa/effetto

atlante gestione a vista

Il diagramma causa/effetto serve a individuare le diverse cause che possono provocare un effetto da evitare o un risultato da conseguire. E’ detto anche diagramma di Ishikawa da Kaoru Ishikawa che lo ha creato nei primi anni ’40, o diagramma a spina di pesce (fishbone) per la sua forma.
Come metodo di ricerca di un ventaglio di cause per un problema, può essere usato anche individualmente, ma l’uso più classico è in gruppo, all’interno di una seduta di brainstorming.

Si definisce il problema da affrontare, e lo si scrive nella testa del pesce, da cui si fa partire una linea orizzontale che va verso la coda. A questo punto si invitano i partecipanti a dire quali cause secondo loro hanno generato il problema, e ogni idea si scrive su un post it e si applica sul tabellone alla rinfusa. Quando è venuta fuori una cera quantità di cause, si mettono in ordine a seconda dei gruppi di appartenenza. Al proposito si può usare lo schema delle 4 o 5 Emme: Manodopera, Macchinari, Metodi, Materiali, Misure, facendo partire linee oblique una per ogni Emme, e raccogliendo i post it lungo le linee appropriate.

Si può anche partire direttamente dai rami delle 5 Emme, e in un primo giro scrivere le cause per ogni ramo. Le domande sono: “perché c’è questo difetto?”, e per ogni Emme: “è causato da errori umani?” “Scarsa manutenzione delle macchine?” “Errori di procedura?” “Sono stati usati materiali scadenti?”
Dopo aver raccolto un po’ di cause, si può passare al secondo giro applicando il metodo dei 5 perché. Questo è come il gioco dei bambini di 3-4 anni, che chiedono i perché, e i perché dei perché, secondo l’evoluzione del loro pensiero logico. I 5 perché sono un numero orientativo, perché possono essere di più o di meno. Le domande saranno: “perché i materiali erano scadenti?” le cui risposte sono: “perché l’ufficio acquisti li ha comprati così” “E perché?” “Perché è stato ridotto il budget”, e così via. Risalendo nei perché si può arrivare ad una causa che non dipende più da noi, ma da decisioni o circostanze esterne. Il tal caso abbiamo raggiunto il limite del nostro problema, quello che sta oltre costituisce le condizioni entro cui dobbiamo risolvere. Per esempio, se al nostro livello non possiamo intervenire sul budget, il nostro problema sarà ottimizzare la situazione col budget disponibile. I 5 perché spingono a non accontentarsi delle prime risposte, e a concentrarsi sul problema. Ishikawa dice che il problema si risolve cercando le cause, non i responsabili. Prendersela con i responsabili ce li rende nemici, cercare insieme le cause ne fa degli alleati.
L’inizio con le tecniche del brainstorming per definire il problema e trovare le prime cause mette i partecipanti in condizione di esprimersi liberamente, e di indicare come possibili cause anche sensazioni e opinioni personali, senza bisogno di sostenerle con prove e dati di fatto. Questo porta una certa creatività nella ricerca delle cause, e ci spinge ad accettare idee anche diverse dalle nostre, su cui restiamo impigliati per i nostri pregiudizi o bias di conferma.

Il metodo ha numerosi vantaggi.

  • E’ sinottico, e permette sia di vedere le cause principali, sia di addentrarsi nei particolari di un singolo ramo.
  • Apre la mente, perché spinge a non accontentarsi di soluzioni semplicistiche, ma a considerare che un effetto può avere diverse cause.
  • Può portare ad approfondire l’analisi di un problema apparentemente semplice, e a semplificare un problemna troppo complesso, riducendolo ai quattro o cinque rami fondamentali.
  • Allena al pensiero sistemico, con cui riusciamo ad immaginare la successione di eventi.
  • E’ una forma di rappresentazione logica e strutturata dei legami esistenti tra un effetto e le relative cause.

Il diagramma di Ishikawa si può usare per stimolare un brainstorming che ristagna e non produce idee, perchè attenua la frustrazione dell’idea che non viene in mente, sostituendola con la ricerca delle cause di qualcosa che è avvenuto.

Le cause possono essere ponderate con una votazione dei partecipanti, e visualizzate con un diagramma di Pareto per evidenziare le più importanti.

Le 5 Emme sono solo uno schema per raggruppare le cause, per cui possono essere sostituite da altri schemi come le 7 S di McKinsey (Structure, Strategy, Skill, System, Shared Values, Style, and Staff) oppure le 4P di Kotler (prodotto, piazza, prezzo, promozione) oppure il modello SOSTAC ( Situation analysis, Objectives, Strategy, Tactics, Actions e Control), a seconda del tipo di problema che si vuole analizzare.

Esistono dei tool on-line, come Miro e Mural, che permettono di gestire la cooperazione di un gruppo di lavoro smart su un diagramma a spina di pesce, permettendo di ottenere diagrammi ordinati e privi di cancellature e sovrapposizioni. Solitamente sono strumenti di utilizzo intuitivo che aiutano molto i team a valorizzare l’apporto di ciascuno e a trovare velocemente cause, effetti e soluzioni.