Stili di leadership

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La leadership si esprime attraverso stili diversi, che derivano da modelli genitoriali, militari, ecclesiastici, burocratici. Uno stile può prevalere e caratterizzare un leader, oppure la stessa persona può adottare stili diversi a seconda delle circostanze. Ecco una mappa a stella che fonde le caratteristiche proposte da Daniel Goleman con quelle di Giorgio Nardone.

stili di leadership

Il leader autoritario si basa sul potere di comando datogli dalla forza fisica, dalla ricchezza, dal ruolo. All’opposto c’è il leader democratico, che delega il suo potere al gruppo e ne ascolta le proposte. Il leader procedurale si basa su progetti, pianificazioni, regolamenti e procedure. Dall’altro lato c’è il leader innovatore, sempre pronto ad acquisire nuove tecnologie e a sviluppare ricerche di prodotto e di mercato. Accanto all’innovatore ci sono il visionario, che vede scenari, traguardi e problemi che gli altri non vedono, e il carismatico, che ha la capacità di trascinare gli altri verso quelle visioni. All’opposto di questi ci sono il protettivo, che perdona e protegge i dipendenti ma così non li fa crescere, e l’affiliativo, che è capace di aggregare tutti facendoli sentire sulla stessa barca che va verso lo stesso porto. Il leader partecipativo privilegia la partecipazione, e a sua volta è capace di partecipare a progetti di altri leader, e il coach si mette al servizio di tale partecipazione, facilitando e valorizzando i collaboratori. All’opposto ci sono il sacrificante, che non ha fiducia nei collaboratori e si sovraccarica di compiti che non gli spetterebbero, e il delegante, che si sente inadeguato e cerca il più possibile di scaricarsi le responsabilità. Infine c’è il leader intermittente, che un giorno è autoritario, il giorno dopo democratico, un giorno sacrificante, l’altro delegante; così facendo destabilizza i collaboratori che vivono alla giornata a seconda di come si sveglia il capo. 

Tutti questi stili non sono di per sé buoni o cattivi, diventano controproducenti se si esagera e ci si intrappola dentro di essi. Gestire con umanità un errore è una virtù, proteggere sempre chi sbaglia è un vizio. Cambiare stile di fronte ad un’emergenza è un pregio, cambiare continuamente è un difetto.