Sketchnote

atlantegestione a vista

Realizzare sketchnote significa prendere appunti in maniera visuale mettendo insieme testo, disegni, contenitori, frecce ed elementi grafici per rappresentare in un foglio tutti i contenuti più importanti di una lezione, di una conferenza, di un corso di formazione, di una riunione, di un discorso, di una lettura, di uno spettacolo.

Invece di fare quegli inutili scarabocchi che si fanno durante le riunioni, sarebbe più utile e interessante prendere appunti con la tecnica dello sketchnote. Fin da quando ero studente, io ho sempre preso appunti in maniera grafica e strutturata con disegnini, mappe, elenchi. Prendere appunti lineari su un foglio è una soluzione che aiuta a memorizzare, ma il cervello riesce a ricordare molto più facilmente con l’aggiunta di disegni, parole e testi con diversi tipi di caratteri, colori, frecce per collegare il flusso di informazioni, cornici per separare un argomento dal resto.

Ma se prendere appunti è pratica antica, diffusa e spontanea, lo sketchnote come tecnica da condividere e da apprendere è stato codificato dal Mike Rohde nel 2006, con la pubblicazione del manuale “Sketchnote” che è diventato un best seller. Il motto di Rohde è “Idee, non arte!”. Non è necessario saper disegnare. Tutti siamo in grado di pensare e riprodurre immagini semplici. Da piccoli disegnavamo, a modo nostro, ma poi molti di noi hanno smesso di farlo per privilegiare la comunicazione verbale orale e scritta. Non preoccupiamoci della riuscita del disegno, l’importante è trasmettere un’idea, non cerchiamo il disegno “bello” o “perfetto”, facciamo schizzi, non illustrazioni, solo per visualizzare alcuni concetti che ci sembrano più rilevanti di altri. Rohde prende i suoi appunti sulla pagina di un taccuino con un paio di pennarelli, poi fotografa il tutto con lo smartphone se vuole condividerlo o farne un pdf o stamparlo in più copie. Se però abbiamo dimestichezza con una tavoletta possiamo direttamente prendere appunti digitali.

Lo sketchnoting impegna tutta la mente a creare una mappa visuale, aiuta la concentrazione, sviluppa un proprio linguaggio visuale, è rilassante, dinamico e divertente. Migliora la capacità di ascolto.

Il processo è sintetizzato da Rohde in cinque punti:

  1. selezionare la conferenza da ascoltare e documentarsi su autore e argomento raccogliendo materiali,
  2. arrivare in anticipo e sedersi al centro della fila per non essere disturbato dai ritardatari,
  3. creare il titolo e aggiungere qualche nota esplicativa,
  4. seguire la conferenza prendendo appunti,
  5. fotografare con lo smartphone per condividere lo sketch.

Rohde raccomanda di scrivere a mano alternando testi normali con scritte più grandi e con caratteri diversi. Non c’è bisogno di essere un calligrafo. I caratteri possono essere rinforzati da due o tre linee, riempiti e colorati. Gli appunti di testo possono essere collegati da frecce, separati da elementi separatori, racchiusi in una cornice, evidenziati per forma e colore. L’importante è variare per stimolare la memorizzazione e facilitare la comprensione.

elementi grafici

Qualsiasi immagine può essere schizzata combinando cinque elementi grafici molto semplici: quadrati, cerchi, triangoli, linee, punti. Possiamo provare a disegnare un essere umano, un animale, una casa, un computer.

formati sketchnote

La pagina può essere organizzata con una struttura lineare come le normali pagine di libri e quaderni, o radiale come le mappe mentali di Buzan, verticale dall’alto in basso come un rotolo di pergamena, in forma di percorso, modulare, a grattacieli o a pop corn, ossia con gli elementi messi liberamente senza nessuno schema.

Col tempo possiamo farci una raccolta di immagini, icone e segni grafici a cui attingere quando vogliamo abbellire i nostri appunti, magari per farne un poster o un pdf da distribuire o da mettere agli atti di un progetto. Digitando la parola “sketchnote” si trovano molte raccolte pubblicate sul web, e molti esempi di appunti sugli argomenti più disparati.