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Intelligenze multiple

atlanteformazione – management

La teoria delle intelligenze multiple sostiene che non esiste una sola intelligenza, ma un insieme eterogeneo di attitudini che convivono, le une predominanti sulle altre, e che si manifestano negli individui, nei gruppi, nelle organizzazioni.
La teoria è stata proposta nei primi anni ’80 dallo psicologo Howard Gardner in polemica con il Quoziente di Intelligenza (IQ) che misura solo l’intelligenza verbale e logico-matematica, trascurando i talenti musicali, artistici, sportivi, emotivi. L’intelligenza non è un oggetto omogeneo e misurabile con precisione, è un sistema complesso in cui prevalgono alcuni aspetti rispetto ad altri, a seconda degli individui e delle circostanze.
Gardner ha individuato queste forme di intelligenza:

  • intelligenza logico-matematica
  • intelligenza linguistica
  • intelligenza spaziale
  • intelligenza musicale
  • intelligenza cinestetica o procedurale
  • intelligenza interpersonale
  • intelligenza intrapersonale

Successivamente ha aggiunto queste altre forme:

  • intelligenza naturalistica
  • intelligenza filosofico-esistenziale
  • intelligenza disciplinare
  • intelligenza sintetica
  • intelligenza creativa
  • intelligenza rispettosa
  • intelligenza etica

e infine queste altre:

  • intelligenza tecnologica
  • intelligenza digitale
  • intelligenza mercantile
  • intelligenza democratica
  • intelligenza flessibile
  • intelligenza emotiva
  • intelligenza strategica
  • intelligenza spirituale

Lo stesso Gardner però consiglia di limitarci alle forme più utili alla situazione in cui ci troviamo perché, come accade per tutti i tipi di analisi, se la mappa diventa troppo complicata perde di efficacia.
La teoria è importante nel team building e nel recruitement, nel problem solving e nella formazione. Nel recruitement per certe mansioni può essere preferibile una persona muscolosa, agile e che si muove bene, ma magari non è eccellente nello scrivere e nel calcolare. Nel team building si possono scegliere e collocare nel ruolo più adatto persone con attitudini diverse. Nel problem solving alcune soluzioni si trovano meglio con la logica, altre con la visualizzazione o con l’empatia. Nella formazione si può fare leva sulle diverse intelligenze con prodotti multimediali, con formazione blended, con strategie di valorizzazione dei talenti naturali e di sostegno per le intelligenze meno sviluppate, con la formazione esperienziale e con il learning by doing.

Le nuove tecnologie hanno contribuito allo sviluppo delle diverse forme di intelligenza oltre alle capacità tradizionali di “leggere, scrivere e far di conto”. Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e degli studi su forme intelligenti riscontrabili nel regno animale e vegetale allargano ancor più il concetto di intelligenza, aprendolo verso orizzonti ancora inesplorati.

Donald Norman parla di intelligenza interna all’individuo, e intelligenza esterna, che si trova in tutte le forme di conoscenza di cui ci circondiamo, dalle librerie alla segnaletica, dai promemoria visivi allo stesso design degli oggetti e degli strumenti, che ne suggerisce l’uso. Tutta la gestione a vista si basa sull’interazione fra intelligenza interna ed esterna.