Fissità funzionale

atlante – creatività

La fissità funzionale è la difficoltà o l’incapacità di considerare le cose in modo diverso da come si è abituati. Normalmente è un atteggiamento mentale che ci semplifica la vita, quando l’uso consueto di un oggetto risolve il problema che ci si presenta: è utile e giusto usare il coltello per tagliare e la forchetta per infilzare. Tuttavia se abbiamo a che fare con qualcosa che non può essere né tagliato né infilzato, per esempio una noce, dovremmo cercare un altro strumento, oppure pensare a come usare il coltello o la forchetta per schiacciare. Se non siamo capaci di farlo dobbiamo rinunciare alla noce, cioè alla soluzione del problema.

Il concetto di fissità funzionale è stato studiato da Karl Duncker, uno psicologo gestaltico allievo di Max Wertheimer, che nel 1935 ha proposto il test della candela, che consiste nel mettere a disposizione dei partecipanti una candela spenta, una scatola di fiammiferi o un accendino, una scatola di puntine. Il problema consiste nell’attaccare la candela al muro e accederla evitando che la cera sciolta sgoccioli sul pavimento. Non si può usare niente altro.

Un secondo test è identico al precedente, eccetto la scatola che viene data vuota, con il mucchietto di puntine a parte.

La soluzione consiste nel vuotare la scatola e considerarla come piano di appoggio per la candela, fissandone un bordo contro il muro con le puntine. In tal modo la candela sgocciola sulla scatola e il problema è risolto.

La difficoltà nel trovare la soluzione dipende dalla fissità di funzione attribuita alla scatola considerata come contenitore e non come supporto. Finché la sua funzione resta fissa, il problema non si risolve. La soluzione consiste nel cambio di funzione.

Duncker sosteneva che la fissità funzionale è una capacità percettiva e cognitiva necessaria, ma può ostacolare la risoluzione dei problemi e la creatività. In sostanza, nella soluzione dei problemi un elemento del problema ha una funzione consueta e ricorrente che deve essere modificata per risolvere il problema.
Spesso la funzione è suggerita o definita dall’oggetto. La scatola con le puntine dentro si definisce come contenitore. La scatola attaccata al muro si ridefinisce come mensola. La riprova di tutto ciò è data dal secondo test, che viene risolto con più facilità perché la scatola vuota suggerisce con intensità minore la funzione di contenitore, per cui è più facile vederla in altro modo.

L’esperimento può esser fatto con una tavola di legno o una lavagna e del nastro adesivo se non si vuole bucare il muro, oppure con altri oggetti che comunque suggeriscano una funzione.

Alcuni ricercatori hanno aggiunto premi in denaro per chi trovava la soluzione, ma non hanno riscontrato differenze, per cui si potrebbe pensare che la creatività non è stimolata dal denaro.

Per stimolare l’intuizione, invece di lanciarsi subito a crecare soluzioni con ciò che ci si trova a disposizione, bisogna fare un passo indietro e ridefinire

  • il problema,
  • i singoli elementi che ne fanno parte,
  • le relazione fra di essi.

Per farlo bisogna cambiare punto di vista, scomporre l’insieme in parti più piccole, tornare alle qualità fondamentali degli elementi, al di là di ciò che sembrano.