Chatbot

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Chat bot, chatbot o chatterbot, è un software progettato per simulare una conversazione con un essere umano, dalla semplice risposta ad una domanda fino ad un articolato scambio di domande e risposte. Il termine è la fusione fra chat e robot, un robot che chiacchiera con noi. Lo scopo principale di questi software è quello di simulare un comportamento umano, tale da essere difficile capire se chi ci risponde è una macchina o una persona, come già nel 1950 anticipava Alan Turing. I chatbot più recenti ed evoluti utilizzano l’intelligenza artificiale e il machine learning e sono definiti anche agenti o assistenti intelligenti. Vengono usati per vari scopi come rispondere alle FAQ degli utenti che accedono a un sito. Gli assistenti intelligenti utilizzano sofisticati sistemi di elaborazione del linguaggio naturale, i chatbot meno evoluti si limitano a eseguire la scansione delle parole chiave nella finestra di input e fornire una risposta con le parole chiave più corrispondenti.

Il chatbot automatizza molti servizi di messaggistica come le richieste dei clienti su un certo prodotto o servizio, o i comandi da dare agli apparecchi domotici di una casa. Può dare informazioni sanitarie e prendere appuntamenti, o consigli sull’abbigliamento in base alle previsioni meteo. Può essere attivo e dare risposte in qualunque giorno e a qualunque ora, o semplificare i difficilissimi percorsi dei centralini telefonici automatizzati.

I chatbot sono di tre tipi: live-chat, rule based e AI. La chat dal vivo coinvolge i clienti/utenti che arrivano su un sito web e la preferiscono ad una telefonata con un agente dell’assistenza in quanto fornisce risposte immediate a domande urgenti, e fornisce informazioni specifiche sui bisogni dei clienti. I chatbot basati su regole usano un insieme predefinito di regole , basate principalmente su dichiarazioni if/then che informano i bot su come rispondere automaticamente alle domande frequenti al posto di un essere umano. Sono facili da programmare ma danno risposte limitate e rigide. I chatbot AI, ossia dotati di intelligenza artificiale, orientano il cliente, lo consigliano, interpretano le sue richieste e gli forniscono un’esperienza più soddisfacente.

La differenza principale fra un chatbot e un agente intelligente è che il primo fornisce solo le risposte che gli sono state programmate, il secondo è capace di apprendere e modificarsi in base alle interazioni con gli utenti. Per comprendere come i modelli di conversazione rendano più amichevole l’uso dell’informatica, basti ricordare che fino a qualche tempo fa per fare una ricerca web si doveva digitare una o più parole chiave, per esempio “ristorante and messicano”, ora invece si può fare una domanda interlocutoria come: “mi consigli un ristorante messicano in zona?” o “mi descrivi in sintesi il pessimismo leopardiano?” e il chatbot dà risposte sensate. Continuando a fare domande e osservazioni sulle risposte ricevute, il programma migliora la qualità e la pertinenza delle nuove risposte, come un umano a cui man mano spieghiamo meglio ciò che vogliamo.

Il chatbot intelligente è un programma che apprende perché ricorda le nostre domande, e quindi si fa sempre più sensibile al contesto in cui ci troviamo. Per esempio, se stiamo parlando di barche a vela e io dico “fiocco” il programma capisce che si tratta di una vela, non dell’accessorio di una tenda. In tal senso diventa sempre più capace non solo di rispondere, ma perfino di prevedere e anticipare ulteriori domande. Più a lungo è in funzione un chatbot AI, migliori diventano le sue risposte, più dettagliate, che tengono conto non solo della domanda formulata, ma delle intenzioni che stanno sotto di essa.

Si può interagire con un chatbot usando le chat dei programmi di messaggistica o parlando a voce. L’intelligenza artificiale può perfino valutare lo stato emotivo dell’utente e capire se è soddisfatto o irritato dalla risposta ricevuta. I chatbot sono comunemente usati nelle app di messaggistica sui social media, nelle piattaforme di messaggistica autonome o nelle applicazioni sui siti web, per trovarere ristoranti locali, avere informazioni finanziarie, rispondere a domande sanitarie e prendere appuntamenti, fornire servizi di assistenza post vendita, impostare promemoria e visualizzare previsioni e condizioni meteo, suggerire prodotti e accessori.

Il costo di sviluppo di un chatbot è inferiore a quello di un’applicazione mobile e può essere facilmente implementato sul proprio sito web, o sul servizio messenger di piattaforme come Facebook, Twitter o Whatsapp. Un chatbot può automatizzare determinate attività e migliorare l’esperienza del cliente. A differenza di un’app mobile, gli utenti non devono scaricare un chatbot, più facile ed economico da promuovere rispetto a un’applicazione mobile perché ha una diffusione più virale.

L’uso di chatbot nell’elearning migliora il rapporto fra la piattaforma formativa e l’utente, perché conversando con lui può chiarirne competenze e bisogni formativi, può orientarlo su corsi e metodologie, può valutare i risultati, il tutto in modo personalizzato sul singolo utente che interagisce. Anche per un istituto didattico tradizionale un chatbot può chattare su Whatsapp dando informazioni su orari dei corsi, esami e altro.

ChatGPT

ChatGPT (Chat Generative Pre-trained Transformer, trasformatore pre-istruito generatore di conversazioni) è un chatbot basato su intelligenza artificiale e machine learning sviluppato da OpenAI, associazione no profit specializzata nella ricerca sull’intelligenza artificiale applicata alla conversazione uomo-macchina. ChatGPT è un modello linguistico di grandi dimensioni messo a punto con tecniche di apprendimento automatico (di tipo non supervisionato), e ottimizzato con tecniche di apprendimento supervisionato e per rinforzo. In altre parole, è stato addestrato con una enorme quantità di testi, che continua ad aumentare con l’uso, ma le risposte sono corrette prima da esperti dei vari settori, poi dagli utenti mediante la conversazione stessa, utenti sempre più numerosi dato che il programma è gratuito. ChatGPT ricorda le interazioni precedenti avvenute all’interno della stessa conversazione e quindi ne migliora la qualità.

E’ stato realizzato allo scopo di raggiungere il grande pubblico e rendere i sistemi di intelligenza artificiale più facili e piacevoli da utilizzare da parte degli utenti, semplificando l’interfaccia di accesso e aumentando così i feedback degli utenti, fondamentali per migliorare ulteriormente il modello e renderlo sempre più sicuro. ChatGPT è stato addestrato su una vasta quantità di testo, il che gli permette di comprendere il significato delle parole e delle frasi in modo molto preciso. Inoltre, è in grado di generare testo in modo autonomo, senza bisogno di alcun input specifico. Questo lo rende particolarmente utile per una vasta gamma di applicazioni, tra cui la creazione automatica di contenuti, la generazione di risposte alle domande e la traduzione automatica.

ChatGPT può essere usato per comunicazioni personalizzate con i clienti, suggerimenti e completamenti di testi, o generazioni di nuovi testi come descrizioni e didascalie, riassunti, articoli, traduzioni automatiche, analisi del sentiment di un testo, utile per valutare il tenore dei commenti sui social network. Può inoltre formire risposte come nozioni,
informazioni e consigli, trasferire un testo in audio e viceversa. Rispetto ad altre app simili, ChatGPT dà risposte più ampie, pertinenti e sicure. Può produrre anche codici di programmazione e ne effettua pure il debug. E’ capace di imparare dalla conversazione che ha con gli utenti, e quindi di adattarsi ai diversi stili di interazione e di offrire risposte sempre più pertinenti e personalizzate.
Inoltre è possibile tenere traccia della storia delle interazioni. Grazie al formato di dialogo ChatGPT risponde a domande successive, ammette i propri errori, contesta premesse errate e rifiuta richieste inappropriate.

ChatGPT può essere vantaggiosamente usato per la SEO (ottimizzazione dei motori di ricerca), generando automaticamente contenuti di qualità per il sito, individuando le parole chiave più efficaci da inserire in un contenuto, creando contenuti multilingue, il tutto risparmiando tempo e denaro. Può suggerire nuove idee per nuovi contenuti, e creare contenuti personalizzati.

ChatGPT ha i suoi limiti. Il modello a volte produce risposte errate o senza senso, che possono essere difficili da correggere. Ciò può essere dovuto alla mancanza di una “fonte di verità” durante l’addestramento tramite rinforzo. Può essere sensibile a piccole modifiche nella frase di input o a ripetuti prompt, portando a risposte inconsistenti. E’ spesso verboso e può ripetere alcune frasi o concetti. Pur essendo addestrato alla conversazione, non chiede domande di chiarimento quando la richiesta dell’utente è ambigua, ma cerca invece di indovinarne il significato corretto. C’è il rischio che i programmi di intelligenza artificiale più articolati possano essere utilizzati per ingannare le persone o semplicemente alimentare una fiducia mal riposta nella loro “infallibilità”. Essendo privi di discernimento etico, possono alimentare idee aberranti, violente, discriminatorie, anche se si stanno studiando sistemi per controllare questi usi inappropriati o pericolosi.

Dal punto di vista del problem solving, per ottenere buone risposte è importante fare buone domande. Per fare buone domande è necessario definire bene il problema che ne è alla base. Se faccio una domanda sul Po, che cosa voglio sapere? Quanto è lungo, quanti affluenti ha, qual è il livello della sua portata e i rischi della siccità, quanto su questi incide il riscaldamento globale? Possiamo usarlo come problem solver se noi facciamo i problem setter, o anche come suggeritore o generatore di problemi, se gli chiediamo rischi e conseguenze di una inadeguata manutenzione. Un programma del genere potrebbe anche essere il sostituto di una persona con cui chiacchierare, confidarsi, chiedere consigli e aiuto, come se fosse un amico, un esperto, un consulente, un coach, addirittura un terapeuta. Da un lato questo sarebbe un grande servizio specialmente per persone sole o decentrate, dall’altro potrebbe, invece di aiutarle, confermare i loro errori, le loro debolezze, i loro bias cognitivi.