Resistenza

resistenza e resilienza

atlanteproblem solving

Il concetto di resistenza implica una azione di contrasto che un sistema inerte o dinamico oppone ad un evento perturbatore della stabilità o dell’inerzia del sistema. Mentre l’omeostasi tende a riportare in equilibrio il sistema e la resilienza lo fa evolvere verso il suo obiettivo nonostante qualche impedimento, la resistenza si oppone ad una forza di qualsiasi genere. Abbiamo perciò la resistenza ad un flusso, come una diga per un corso d’acqua, uno sbarramento per uno sciame di persone o di animali, una grotta o una casa per ripararci dalla pioggia e dal vento, dal freddo e dal calore.

La resistenza si oppone ad un cambiamento, ad un evento che danneggia il sistema o lo corrode lentamente nel tempo, ad un corpo estraneo che contamina il sistema. Una lamiera di metallo resiste agli urti e alla ruggine. Gli anticorpi attaccano virus nocivi e rendono l’organismo resistente alle malattie. Ma i virus diventano resistenti ai farmaci.

La resistenza può essere bellica, quando un esercito sostiene l’attacco del nemico, o politica, quando un gruppo di persone si oppone al regime dominante e vuole ripristinare la libertà.

Nello sport si resiste alla fatica, allo sforzo intenso o prolungato, al dolore. La resistenza può essere psichica, muscolare o aerobica.

La resistenza di un sistema può indebolirsi gradualmente con il logorio continuo degli elementi resistenti, o cedere di schianto quando si supera una soglia di rottura e si genera una catastrofe, ossia un brusco e radicale cambiamento delle condizioni del sistema. Più l’elemento è rigido, più la catastrofe sarà violenta, più l’elemento è flessibile, più sono ridotti i pericoli di rottura. Ciò vale per elementi fisici come corde, lamiere, edifici, per organismi viventi, per relazioni fra persone, per comportamenti collettivi e organizzativi.

Nel problem solving la resistenza consiste nel resistere al problema o alla soluzione. Nel primo caso si nega o si sottovaluta il problema per lasciare le cose come stanno, o si evita il problema reale per dedicarsi a problemi fittizi o secondari. Per superare questa resistenza bisogna definire accuratamente il problema e le tentate soluzioni che finora non hanno funzionato. Nel secondo caso si resiste al cambiamento richiesto dalla soluzione, perché si preferisce conservare le abitudini consolidate, anche se sono dannose. Per ovviare a questo tipo di resistenza bisogna fare in modo che la soluzione sia trovata da chi ha il problema, non suggerita o imposta da altri. 

Nelle relazioni di aiuto come quelle fra consulente e cliente o fra psicoterapeuta e paziente, la resistenza consiste nel cliente o nel paziente che si oppongono alle soluzioni proposte dai consulenti o dai terapeuti per varie ragioni, in genere perché ritengono le soluzioni inadatte al loro caso, o troppo impegnative, o troppo blande, o temono le conseguenze della guarigione o della eliminazione del problema. Il consulente allora dovrà adottare strategie leggere e morbide, ascoltare molto le perplessità del cliente, aiutarlo a ristrutturare i suoi timori e condurlo al cambiamento da attuare come decisione del cliente, non come prescrizione del consulente.

Come si vede in questa incisione seicentesca, nelle credenze popolari medievali la salamandra era ritenuta immune al fuoco, e considerata simbolo stesso di resistenza nell’iconografia e nell’araldica.