Pensiero mitico

atlante problem solving

Il pensiero mitico è ancorato a narrazioni tradizionali e si oppone al pensiero critico che rivela l’inconsistenza di credenze e pregiudizi.

La filosofia e l’antropologia hanno studiato questa forma di pensiero che si forma in base a percezioni soggettive, all’autorità della tradizione, a principi accettati e condivisi acriticamente da un gruppo sociale, e passando di bocca in bocca attraverso le generazioni man mano si trasforma, si cristallizza e dà origine al mito. Si è dato così corpo e personalità a fenomeni naturali come il tuono e il fulmine, astrali come le costellazioni, il sole e la luna, geologici come la trasformazione di territori (Atlantide che scompare, vulcani che sorgono, il Diluvio Universale), storici come guerre, migrazioni, nascita e scomparsa di civiltà ed etnie.

Il mito è un racconto che vuole spiegare la causa o l’origine di qualcosa (Dafne che diventa alloro), o che celebra imprese ed eroi (gli Argonauti, le fatiche di Ercole) e si concretizza in simboli (il disco del sole, le corna del toro che rappresentano la luna).

edipo e sfinge

Il mito rappresenta il coagularsi di esperienze e saggezze popolari, e così si carica di significati simbolici come accade con Edipo che incontra la Sfinge, risolve l’enigma, e va incontro alla predizione secondo cui ucciderà il padre e sposerà la madre. La pregnanza archetipica è talmente forte che il mito è servito a Freud come simbolo del conflitto psichico tra figlio e padre e dell’attrazione protoerotica tra figlio e madre.

Il pensiero mitico immagina, inventa, ma finisce per credere a ciò che ha inventato. Oppure osserva ciò che accade ma, invece di analizzarlo razionalmente, si racconta una storia che abbia senso e dia senso al fenomeno terribile e sconosciuto che si sta verificando. I miti quindi hanno spesso un fondamento di verità, si riferiscono a fatti realmente accaduti, che la tradizione orale condensa e sintetizza in racconti comprensibili a tutti. E’ così che la tigre dai denti a sciabola che usciva dall’oscurità delle grotte preistoriche per ghermire i bambini diventa un demone uscito dalle viscere della terra con gli occhi fiammeggianti e le corna, e quindi il diavolo nella sua più comune raffigurazione. O la pioggia di fuoco che distrugge Sodoma e Gomorra potrebbe essere un meteorite o un vulcano. Gli stessi miti si trovano in tradizioni etniche e religiose del tutto diverse e lontane proprio perché si riferiscono agli stessi eventi, come il Diluvio che si riferisce ad un periodo geologico interglaciale in cui la superficie dei mari è molto più alta, e si ritrova nelle tradizioni mitologiche di tutto il mondo, dall’Arca di Noè fino alle più sperdute isole della Polinesia.

 

Il pensiero mitico è immaginativo, e quindi è anche all’origine della poesia. E spesso la poesia è diventata mito, e il mito è diventato poesia. L’espansione marittima dei Greci è diventata l’Iliade, e mitici sono i suoi eroi come Achille ed Ettore. Le avventure dei coloni che tornavano in Grecia dopo le conquiste anatoliche diventarono l’Odissea, con forti immagini simboliche come il Cavallo di Troia e la Tela di Penelope. Ovidio invece con le sue Metamorfosi attinge ai miti e ne fa poesia, narrandoci di Cicno, Apollo e Dafne, Prometeo, e tanti altri miti primigenii.

cargo cult

Il pensiero mitico agisce insieme con il pensiero magico associativo che mette insieme eventi ed oggetti in modo arbitrario, come è il caso degli amuleti o del culto del cargo, un rituale africano per cui gli indigeni costruiscono con rami di alberi un totem a forma di aereo perché considerano divino l’aereo da trasporto che nella II^ guerra mondiale lanciava pacchi con generi di conforto per truppe e indigeni. La partecipazione è la disposizione psichica che fa sentire partecipi della natura, delle piante, degli animali che diventano totem, come il grande uccello dispensatore di doni.

santeria cubana

L’associazione può essere fatta con oggetti con cui si identifica ciò che essi rappresentano, come le magie fatte su bambole o fotografie in molti rituali popolari come la “santeria“, un culto sincretico praticato a Cuba che combina elementi cattolici coloniali e africani yoruba. I riti sono destinati a predire il futuro e a favorire il successo in amore, negli affari, nella salute, con litanie e formule in lingua yoruba che i partecipanti recitano senza capirle, con invocazioni, cibo e bevande offerti ai morti e agli antenati. I rituali spesso finiscono con persone che cadono in trance e hanno visioni da cui traggono divinazioni e cambiamenti.

Il pensiero mitico persiste nei nostri tempi ultrarazionali, per esempio nello sport o a proposito di personaggi pubblici che vengono quasi divinizzati nella venerazione popolare ingigantita dai mass e dai new media. Anche i simboli continuano ad esser vivi intorno a noi, dalla croce cristiana alla svastica, dalla falce e martello alla faccia del Che Guevara, dalle bandiere arcobaleno al nastrino rosso contro l’Aids. Le immagini forti e mitiche sono molto usate nella comunicazione di massa, dalla pubblicità alla propaganda politica e ideologica.

graffito a thorigny (foto u. santucci)

Le mitizzazioni possono essere anche di breve durata e di diffusione limitata in piccole cerchie o in ghetti socioculturali, come accade con la street art che celebra personaggi ed eroi urbani e suburbani, con immagini o scritte riconoscibili dagli appartenenti al ghetto come veri e propri idoli o marchi identitari.

Il problem solving può ricorrere al mito come metafora simbolica di atteggiamenti da perseguire o da evitare, come la furbizia di Ulisse, la pazienza di Giobbe, l’inutilità dello sforzo della fatica di Sisifo, il rinnovamento dalle ceneri del vecchio con la Fenice, la sfida del debole al forte, come Davide e Golia. Queste immagini stimolano la mente e si ricordano perché sono già conosciute, basta ancorarle al problema specifico che stiamo trattando. Per esempio per spiegare l’opportunità di evitare un conflitto lose-lose dove perdono ambedue i contendenti, si può ricordare il giudizio di Salomone.