Le 5 W

5 w

atlanteproblem solving

Le 5 W sono le iniziali di cinque domande per capire bene la situazione in modo da poterla elaborare, raccontare, o per svolgere un compito e produrre risultati concreti.

  1. WHO CHI – Quali sono i soggetti, gli stakeholder, i protagonisti, i decisori, i clienti, i responsabili?
  2. WHAT CHE COSA – Che cosa si deve fare, è stato fatto, si deve dare o prendere?
  3. WHEN QUANDO – Quando è avvenuto o dovrà avvenire l’evento? Qual è il termine in cui si dovrà consegnare il prodotto o completare il progetto?
  4. WHERE DOVE – Qual è il territorio, lo spazio, l’ambito in cui ci si muove? Dove siamo, da dove partiamo, dove andiamo? Dove sono gli altri? Dove vanno fatte o consegnate le cose?
  5. WHYPERCHE’ – Qual è lo scopo, la finalità di ciò che si dice, si fa, si vuole? Che cosa si vuole ottenere?

Queste domande sono molto utili per varie circostanze. Vediamone qualcuna.

  • Fare un resoconto o raccontare una storia: Che cosa è successo? Chi c’era? Quando è successo? Dove? Quali sono le cause dell’accaduto?
  • Fare una previsione o un progetto: Che cosa succederà o si dovrà fare? Chi ne sarà il responsabile e il destinatario? Dove si dovrà agire? Quando scadranno le varie tappe di consegna? Qual è lo scopo, l’obiettivo di ciò che si vuol fare?
  • Raccogliere un briefing o farsi spiegare un compito da svolgere: Che cosa devo fare? Perché devo farla, con quali finalità e quali vantaggi? Quando devo consegnarla? La scadenza è improrogabile o c’è una certa tolleranza? A chi devo darla? Chi è il responsabile a cui devo fare riferimento? Dove devo consegnare o spedire o agire?
  • Cambiare lavoro: Che cosa voglio fare di nuovo o di diverso? Perché voglio cambiare, che cosa voglio raggiungere? Dove voglio lavorare, avvicinarmi o andare lontano? A chi posso rivolgermi, chi può aiutarmi? Quando voglio cambiare, entro quanto tempo?

Il metodo è stato proposto negli anni trenta da Harold Lasswell, politologo della Scuola di Chicago, con la sua celebre definizione della comunicazione: « Who says what to whom in what channel with what effect » (Chi dice cosa a chi attraverso quale canale con quale effetto), ma già a fine ottocento, con lo sviluppo del telegrafo, il giornalismo americano sentì il bisogno di dotarsi di un promemoria semplice per costruire rapidamente articoli corretti.
Il metodo era usato fin dall’antichità (Ermagora di Temno, II sec. a.c.) e venne ripreso da vari autori, fra cui Cicerone e San Tommaso d’Aquino. Ecco un prospetto tratto da Wikipedia col confronto fra gli otto passi di Tommaso e le cinque doppie-vu anglosassoni.

le 8 q di tomaso d'aquino