Relazioni simmetriche e complementari

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La comunicazione è fatta di contenuto (ciò che si dice) e di relazione (come lo si dice). La relazione può essere simmetrica o complementare. E’ simmetrica quando reagiamo nello stesso modo rispetto a ciò che abbiamo ricevuto, è complementare quando reagiamo in modo opposto. Per esempio, se qualcuno mi tira uno schiaffo, io rispondo con uno schiaffo, secondo l’antico adagio che diceva “occhio per occhio, dente per dente”. Questa è una interazione simmetrica.

Se invece io porgo l’altra guancia, come raccomanda il Vangelo, la mia reazione è complementare, nel senso che mi comporto diversamente da quanto si aspetterebbe il mio antagonista.

simmetrico complementare

Nei normali rapporti umani usiamo ambedue i tipi di relazione, perché a volte è preferibile rispondere punto per punto, altre volte è meglio lasciar perdere ed evitare conflitti. Se invece insistiamo in un tipo di relazione, il pericolo è la distruzione reciproca dei due contendenti simmetrici, o l’autodistruzione del complementare. Ambedue le relazioni tendono all’escalation, perché se rispondi con la stessa intensità alla mia provocazione, devo fartene una più provocatoria, a cui risponderai in modo più violento, fino a quando ci spareremo a vicenda. Oppure se il nostro è un rapporto sado-maso, dove io mi diverto a farti soffrire e tu ti diverti a soffrire, per poter continuare a divertirci devo farti sempre più male, e tu devi invitarmi a fartene sempre di più, fino a quando ti ucciderò. Infatti, nei rapporti sado-maso i partner si mettono d’accordo su una parola d’ordine che li fa smettere quando hanno raggiunto un certo limite.

Per uscire dall’escalation basta passare dall’uno all’altro tipo di relazione. Quando ci accorgiamo che lo scambio simmetrico si alza di tono, possiamo decidere di rispondere in modo complementare, con questa modalità simmetrica e poi complementare:
Io dico che è bianco!
• Io dico che è nero!
• E’ bianco bianco!
• E’ nero nero!
• E’ bianco bianco bianco!

Bene, dormiamoci su e riparliamone domani.

Nella relazione dobbiamo capire se giochiamo con antagonisti di livello pari al nostro, o se rischiamo di fare il gioco del carnefice e della vittima, dove il carnefice crea la vittima, ma anche la vittima permette al carnefice di punirla. E’ importante capire se i contendenti possono scegliere e gradire la relazione o sono costretti a subirla, in base ai rapporti di forza fra di loro, e ai ruoli gerarchici e sociali che occupano. E’ ben diverso se siamo rimproverati da un collega o da un capo che ha il potere di licenziarci.

Lo stratagemma dell’arte marziale cinese “circolare contro lineare” è un’applicazione della relazione complementare. Se mi aggredisci con un pugno e io ti fronteggio pronto a tirarti un altro pugno, devo avere più forza di te per assorbire il tuo colpo e dartene uno più potente. Se invece mi giro e mi curvo schivando il tuo colpo, e ti spingo per farti perdere l’equilibrio, ti abbatto con la tua stessa forza anche se sono più piccolo e più debole di te. Quindi l’asimmetria può essere sia una disparità di forze, sia una tattica diversa, sia la combinazione delle due cose.