Ecologia della mente

ecologia della mente

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Gregory Bateson, grande antropologo e psicologo, sostiene che la mente è un sistema ecologico che fa parte di sistemi più ampi, in quanto non va considerata chiusa all’interno del cervello, ma aperta al mondo circostante. Per esempio, la nostra mente comprende i criteri con cui abbiamo messo in ordine armadi e scaffali della nostra casa o del nostro ufficio, i libri e i documenti che teniamo a portata di mano, gli strumenti che usiamo normalmente, primo fra tutti il computer, dal desktop allo smartphone. Alcune idee e informazioni le teniamo nella mente, altre le teniamo in un quaderno o in un file.

La mente è una rete di relazioni e interconnessioni fra idee per valutarne le differenze, e a sua volta fa parte di reti sociali e ambientali, con azioni e reazioni di tipo cibernetico, allo stesso modo di un albero in una foresta.

Bateson individua tre tipi di reazioni. Se colpisco una palla da biliardo posso prevedere le traiettorie della palla che va a colpire le altre palle. Se do un calcio ad un cane non posso prevedere se fuggirà, abbaierà o mi morderà. Se racconto una storia ad una persona metto in moto reazioni ancora più complesse e meno prevedibili, perché ho di fronte un essere vivente che in più condivide con me il linguaggio verbale, e con cui posso comunicare.

La comunicazione è un processo cibernetico. Ogni sistema organizzato si caratterizza per la coordinazione delle sue parti componenti e per il controllo che alcune di esse esercitano su altre attraverso meccanismi di scambio di informazioni di tipo circolare. Il feedback è positivo quando la risposta amplifica l’effetto del messaggio, per esempio quando ad una sfida si risponde con una sfida superiore, e ancora una nuova sfida e così via fino alla violenza. Il feedback è negativo quando la risposta attenua l’effetto del messaggio e riporta ad uno stato di equilibrio, per esempio quando ad una sfida si risponde con un sorriso e si attiva una catena di reazioni che porta alla calma. Baterson chiama questo processo schismogenesi (differenziazione progressiva), che può essere simmetrica (risposta simile che amplifica la dinamica del sistema) o complementare (risposta diversa che la attenua). La comunicazione è un mezzo omeostatico volto a mantenere la stabilità del sistema,  è lo strumento attraverso cui si realizzano le connessioni nel sistema. 

Ogni sistema cibernetico è considerato da Bateson come una mente, un sistema che elabora l’informazione e che completa il procedimento per tentativi ed errori. Una mente opera sulla base di differenze. La differenza non è nelle cose, ma piuttosto nel loro rapporto, essa non è presente né nel tempo né nello spazio. Le idee non sono come i bastoni o le pietre: si possono avere idee relative a idee, mentre non si possono avere pietre relative a pietre. Nell’universo fisico l’espressione “relativo a” non ha alcun senso, è un’espressione che può avere significato solo nel mondo delle idee.

Per definire la differenza, Bateson ricorda l’avvertimento di Korzybski: “la mappa non è il territorio”. La mente è la mappa, la realtà è il territorio; la differenza è ciò che viene trasferito dal territorio alla mappa. Tra il numero elevatissimo di differenze esistenti nella realtà, la mente ne considera una piccola parte che codifica, facendola divenire informazione. So che i pomodori rossi sono maturi e vanno bene per fare il sugo (codifica), quindi al mercato cerco pomodori rossi (informazione).
Bateson individua i sei criteri che un sistema deve avere per essere qualificato come mente.

  1. Il sistema agisce su differenze.
  2. E’ formato da parti collegate da canali attraverso i quali vengono trasmesse le differenze.
  3. Il sistema dispone di un’energia collaterale.
  4. Il processo mentale dipende da catene di determinazione circolari e più complesse che rendono il sistema auotocorrettivo verso l’instabilità (simmetria) o l’equilibrio (complementarità).
  5. Gli effetti della differenza vanno considerati come versioni codificate della differenza che li ha preceduti. Poiché la mappa non è il territorio, nella mente non si avrà mai il territorio, la cosa in sé, ma solo mappe di mappe.
  6. La descrizione e la classificazione di questi processi di trasformazione rivelano una gerarchia di tipi logici immanenti ai fenomeni. La mente opera su livelli diversi, dal generale al particolare e viceversa, organizzando le idee in base a contenitori e contenuti (il cane è un contenuto del contenitore “quadrupedi”). Nell’ambito della logica formale una classe non può essere elemento di se stessa, né un oggetto classificato come non appartenente alla classe stessa. Se mettiamo i vari tipi di pere nella classe delle pere, e tutta l’altra frutta nella classe delle non pere, la classe delle pere non può appartenere alla classe delle non pere, e non può essere una pera. Anche la classe delle non pere non può essere una non pera, né appartenere alla classe delle pere. Se si contravviene a queste regole formali si creano paradossi che viziano il discorso e creano corti circuiti mentali, come il paradosso di Epimenide (“Tutti i cretesi mentono, e io sono cretese”). Quando la discriminazione tra i livelli di comunicazione è distorta o confusa ne derivano patologie, tra le quali la più importante è il doppio legame (double bind).

Nella comunicazione interpersonale vengono comunemente scambiati messaggi che appartengono a tipi logici diversi. Per esempio si può dire “ti amo” in molte forme differenti: su un piano logico ci sono le parole della frase (non ti odio e non mi sei indifferente), su un altro piano logico c’è il modo di dirla, dolce, rabbioso, urlato, sussurrato, assertivo, seduttivo, implorante. Possiamo sempre sbagliare nell’interpretare il messaggio, sia se diamo troppa importanza al modo, sia se ci fermiamo al solo significato letterale delle parole. Gli errori si devono spesso alla contraddizione fra la parola e il modo. Se diciamo “stupidina, ti amo” con atteggiamento affettuoso e scherzoso, lei potrebbe fermarsi alla parola “stupidina” e offendersi. Questi errori conducono in genere a patologie della comunicazione che possono estendersi dalla schizofrenia all’insuccesso nel combattere la droga, dai comportamenti conflittuali all’inquinamento ambientale, in quanto turbano l’equilibrio ecologico del sistema.

Sembra perciò che il mantenimento di una rigida separazione fra messaggi appartenenti a tipi logici diversi sia condizione essenziale per evitare disastri. In realtà non è sempre così. In particolare una grande quantità di fondamentali comportamenti umani, ma anche animali, nascono da una violazione delle regole di una corretta tipizzazione logica, come il gioco, l’arte, il sogno, il rito e l’umorismo. La vita e i fenomeni mentali non sopportano rigide regole logiche di tipo lineare. I processi mentali e vitali sono altamente creativi proprio perché infrangono queste regole.

Ma ecco le parole di Bateson: “Quello in cui viviamo è un curioso mondo paradossale,  in cui facciamo del nostro meglio per stare a galla. Talvolta, vedete, è una barzelletta, perché le barzellette in sostanza si collocano tra due livelli di percezione, due livelli di configurazione, e quando essi s’intrecciano uno sull’altro ridiamo…. o piangiamo…. o creiamo l’arte o la religione…. o diventiamo schizofrenici. Mentre esploro il mondo che mi sta di fronte, quanto ricavo non sono altro che resoconti su dove sento che le cose sono differenti. E’ così che viviamo. E all’interno di questa cornice diciamo che le cose sono belle, che le cose sono brutte, che proviamo dolore, che un cibo è più gustoso di un altro, che siamo stanchi, che ci adiriamo e altri pasticci del genere”.

La comunicazione verbale umana opera sempre a molti livelli di astrazione tra loro contrastanti, in modo autoriflessivo, giacché una data espressione è contemporaneamente un’affermazione su se stessa, diventando metacomunicazione. Se dico incontrando un amico “Ciao, vecchia canaglia!”, e lo abbraccio sorridendo, gli sto metacomunicando che non deve prendere alla lettera le mie parole, perché sto scherzando. Il livello metacomunicativo fornisce l’inquadramento, il contesto nell’ambito del quale interpretare il messaggio. La metacomunicazione aiuta a capire se i messaggi servono a simulare, esagerare, ingannare, negare, se sono descrittivi o relativi a metafore, miti, scherzi, fantasie, menzogne. Per poter operare, la mente necessita di un inquadramento, di una cornice, che la informi su come devono essere intesi i messaggi, ad esempio se in senso letterale o metaforico, reale o fantastico, veritiero o simulato, ecc. Questo inquadramento è fornito dai messaggi metacomunicativi.

La combinazione fra segnali comunicativi e metacomunicativi si manifesta nel gioco. Il messaggio “questo è un gioco” significa che dirò e farò cose che non vanno prese sul serio, ma considerate solo nell’ambito del gioco. Anche il gatto che aggredisce fa capire se sta giocando, magari perché non tira fuori le unghie. Oltre al gioco, altri inquadramenti paradossali sono la minaccia, l’inganno, l’istrionismo, l’umorismo, la comicità, il rituale, la fantasia, la metafora, la poesia, l’arte e l’apprendimento.

La caratteristica centrale della schizofrenia consiste appunto nell’incapacità di interpretare i messaggi dello stesso tipo logico di “questo è un gioco”, ossia i segnali che indicano di che genere è il messaggio.  Lo schizofrenico si caratterizza per l’incapacità di comprendere il genere dei messaggi altrui, nonché quello dei propri messaggi, e delle proprie percezioni e sensazioni. Bateson parla di doppio legame, come di una contraddizione che intrappola l’individuo senza vie d’uscita. Quando si chiede al bambino “vuoi più bene al papà o alla mamma?” qualsiasi risposta dispiacerà uno dei genitori. La madre che punisce il bambino (affetto negato) e lo bacia o lo consola (affetto affermato), gli crea un doppio legame che abbassa la sua capacità di distinguere i tipi logici e li livelli di comunicazione e matacomunicazione, portandolo alla schizofrenia se il suo sistema percettivo/reattivo non risce a riequilibrarlo. Lo schizofrenico ha di fronte a sé tre alternative: potrebbe ritenere che ogni messaggio contenga un significato nascosto, pericoloso per il proprio benessere, e diventare paranoico. Oppure potrebbe al contrario prendere alla lettera tutti i messaggi che gli vengono rivolti, e diverrebbe ebefrenico. Infine potrebbe scegliere di ignorare i messaggi dell’ambiente, e fare il possibile per evitare una risposta da parte dello stesso, divenendo chiuso e silenzioso, assumendo così un atteggiamento catatonico.