Social network poisoning

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Il social network poisoning (avvelenamento di reti sociali) definisce quelle azioni che cercano di sabotare le piattaforme di reti sociali, inquinandone i contenuti per renderne inaffidabili le informazioni, comprometterne la funzione di scambio di conoscenze e relazioni, danneggiarne il valore commerciale.

Una delle caratteristiche di internet è la possibilità di assumere un’identità virtuale. In tal modo è possibile creare falsi profili di utenti che a loro volta possono intrecciare relazioni altrettanto contraffatte.
E’ possibile fingere di essere un utente esistente, e fargli dire cose che il vero utente non direbbe mai, o creare profili di persone inesistenti, che però rispondono a tipi ben precisi di persone come il misogino, l’omofobo, il sovranista, l’ultrà da stadio.

Un’altra azione di poisoning è il fuzzing, la confusione creata in profili esistenti o nei loro grafi sociali, ossia le mappe delle relazioni e delle interazioni, per introdurvi elementi incongruenti, ingannare sistemi di intelligence e di rilevamento, depistare motori di ricerca, compromettere l’immagine del titolare reale del profilo. 

L’attività di poisoning può diventare ben più pericolosa con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale che permetterà di creare migliaia di falsi profili tutti gestiti da agenti intelligenti automatici che potranno inquinare classifiche di popolarità e criteri di ricerca, o rendere impossibili conversazioni equilibrate invadendole di troll, o ancora falsare i filtri collaborativi di siti come AirBnb o Trip Advisor creando false recensioni.