Sicurezza

caramelle dagli sconosciuti

atlantenuove tecnologie

Se stiamo chiusi in casa riduciamo i rischi del vivere in mezzo alla folla o nel traffico. Ma non viviamo, non impariamo, non comunichiamo. Anche nel mondo virtuale delle tecnologie ICT finché siamo scollegati i rischi sono molto ridotti, quando ci colleghiamo ci esponiamo a rischi di ogni genere.
Come difenderci? Meglio essere fatalisti e sperare nella buona sorte, o essere paranoici e proteggersi da tutto e da tutti?
Come sempre, la virtù sta nel mezzo. Il bello della rete è proprio navigare in tutto il mondo, fare ricerche, conoscere, intrecciare legami, quindi vale la pena correre qualche rischio per non privarsi di tutto ciò.

Ci basta proteggerci con un buon antivirus che aggiorneremo spesso perché i virus si evolvono continuamente, ma soprattutto assumere comportamenti prudenti, diffidando di sconosciuti che ci offrono occasioni, promesse di denaro e di affari, richieste di partecipare ad iniziative varie. Se non ci è chiaro di che si tratta, chi ci fa la proposta e perché, è meglio lasciar perdere. A nostra volta cerchiamo di spiegare bene che cosa vogliamo, per non rischiare di essere cestinati.

Una buona idea è fare copie dei nostri documenti su un paio di hard disk esterni oltre che in un cloud remoto.

La sicurezza diventerà di importanza cruciale con la diffusione di sistemi di IoT, che prevede miliardi di oggetti che comunicano fra loro scambiandosi dati… e virus! Se le infezioni potevano entrare solo da un modem fino a qualche tempo fa, oggi possono entrare da telefoni e tavolette, e domani entreranno da frigoriferi, tostapane, automobili, scarpe da jogging.

Per difenderci dalle minacce, dobbiamo acquistare i nostri dispositivi da fornitori di buona reputazione, autenticarli, autorizzarne l’accesso ai nostri dati.

La sicurezza va presa in considerazione a livello personale, proteggendo gli accessi alle proprie apparecchiature, ai software locali e alle risorse di rete, a livello aziendale proteggendo la rete locale e governando adeguatamente i livelli di accesso e le relative autorizzazioni, a livello sociale per proteggere i servizi pubblici. Un discorso particolare andrà sviluppato per robot e agenti intelligenti che potrebbero cadere in mano a malintenzionati e quindi diventare molto pericolosi.

La sicurezza diventa un problema anche per lo smart working. Chi deve proteggere le apparecchiature e le reti di chi lavora in modo smart? Dove si collocano le protezioni di sistema? Quali parti del sistema informativo sono accessibili al lavoratore smart?