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Realtà aumentata

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atlantenuove tecnologie

Fin dall’antichità l’uomo ha usato strumenti e conoscenze per aggiungere informazioni alle proprie percezioni ambientali, come le carte nautiche e i sestanti per navigare e determinare la propria posizione geografica. Il cruscotto di un’automobile aggiunge alla percezione della strada informazioni sulla velocità, il livello del carburante, la chiusura delle portiere.

Le nuove tecnologie dell’informazione hanno arricchito questa strumentazione con apparecchiature dedicate, come i navigatori satellitari gsm, o con applicazioni per computer e dispositivi mobili, come i programmi di supporto al jogging che indicano i chilometri percorsi, la velocità, il consumo di calorie.

Le applicazioni di realtà aumentata o AR (augmented reality) geolocalizzano l’utente, ne seguono gli spostamenti anche se va a piedi, e gli forniscono le informazioni di cui ha bisogno, selezionandole e organizzandole in modo da non sovraccaricarlo, ma dargli solo ciò che gli serve. Ecco dunque che se ci troviamo in una città per noi nuova, il programma di realtà aumentata ci indica ristoranti e locali per pranzare, monumenti da visitare, o ci dà cenni storici sul quartiere in cui ci troviamo o sui trasporti per recarci altrove.

A differenza della realtà virtuale, con cui ci estraniamo dalla realtà fisica per immergerci nell’ambiente generato dal computer, con la realtà aumentata restiamo ben presenti nella nostra realtà, ma vi aggiungiamo informazioni che non saremmo in grado di ottenere attingendo solo ai nostri sensi e alle nostre conoscenze.

Se guidando consultiamo il navigatore gsm, in senso lato aumentiamo la nostra realtà. In senso stretto però l’uso di un’applicazione specifica di AR non ci costringe a distogliere lo sguardo dalla realtà percepita per guardare uno schermo o un indicatore, ma aggiunge le informazioni richieste direttamente a ciò che stiamo vedendo, nel momento in cui lo stiamo vedendo.

Un’applicazione di AR funziona su un dispositivo mobile con fotocamera, gps con bussola e accelerometro, per localizzarci e fornirci informazioni su eventuali punti di interesse presenti nelle vicinanze, e per raggiungerli, puntando la telecamera del telefono nella direzione verso cui vogliamo andare o toccando le icone dei punti geo-localizzati. Possiamo trovare un negozio o un museo, ritrovare l’auto parcheggiata in una piazza, scoprire personaggi fantastici nascosti in giro per la città, ma anche tradurre informazioni straniere nella nostra lingua, conoscere risultati sportivi e notizie di attualità legati a luoghi specifici, contattare persone che si trovano nei dintorni.

Quando puntiamo il dispositivo e guardiamo un oggetto, il software lo riconosce tramite una tecnologia di visione computerizzata, e scarica le informazioni sull’oggetto dal cloud, presentandole in un’esperienza tridimensionale sovrapposta all’oggetto anziché su una pagina bidimensionale che appare su uno schermo separato dall’oggetto. Ciò che vediamo dunque è in parte reale e in parte digitale: all’oggetto inquadrato si sovrappone un nuovo livello di comunicazione che si integra con la realtà, potenziando la quantità di dati di in relazione a quell’oggetto.
Le informazioni aggiuntive possono essere viste sul display del telefono o della tavoletta, oppure visualizzate direttamente dagli occhi con occhiali speciali o con lenti a contatto. Si stanno progettando sistemi che proiettano direttamente sulla retina le informazioni e migliorano la visualizzazione delle immagini, aumentando risoluzione e contrasto. In tal modo è possibile incrementare la vista agli ipovedenti o ad altri soggetti con problemi di vista come maculopatie o glaucomi, migliorandone decisamente la vita.

La realtà aumentata, combinata con l’intelligenza artificiale, costituirà un campo di ricerca fondamentale nel prossimo futuro. Pensiamo solo ad un chirurgo che può vedere tutti i dati clinici che gli servono al momento senza distogliere lo sguardo dal punto su cui sta operando, o ad un broker finanziario che può simulare trend economici complessi con mappe cognitive fuzzy.

L’AR è un elemento fondamentale per le smart city in cui muoversi con smart mobility e lavorare con smart working. E’ una forma di gestione visuale di contenuti che consente ad aziende e organizzazioni di aggiungere nuovi livelli informativi, in tempo reale e ad alto tasso di interazione usando dispositivi mobili di qualsiasi tipo, dallo smartphone tascabile alle tecnologie indossabili. 

Nei processi di lavorazione industriale l’AR può visualizzare passo passo le procedure corrette mentre si sta lavorando, monitorare parti di apparecchiature in movimento ed evidenziare anomalie, controllare la qualità di componenti e prodotti finiti. Anche nel settore di ricerca e sviluppo e nella progettazione di nuovi prodotti la combinazione di AR e VR consente di visionare il prodotto già in fase di design, in scala reale e con interazioni naturali, prima di realizzare un prototipo fisico, e quindi di anticipare le problematiche relative all’oggetto (ergonomia, interferenze, accessibilità, rischi), ottimizzare i particolari e ridurre i costi di sviluppo del prodotto.