Servant leader

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atlante management

Il leader servitore dei suoi collaboratori è una caratteristica della leadership di una organizzazione agile, ma il concetto di leadership di servizio è stato teorizzato da Robert Greenleaf nel 1970 e sviluppato da Larry Spears nel 1998. Si parla di servizio, non di servitù. La servant leadership è un diverso paradigma di leadership in cui il capo conserva tutta la sua funzione di guida ma la arricchisce con la funzione di supporto, di facilitazione, per far sì che i collaboratori raggiungano gli obiettivi migliorando se stessi e le loro prestazioni. Il capo tradizionale si basa sul comando e controllo, il servant leader offre supporto più che controllare, mette a proprio agio i collaboratori per farli rendere meglio.

Il servant leader è l’opposto del self serving leader. Il primo lavora per gli altri, il secondo per se stesso. Il primo valorizza se stesso sviluppando il proprio team, il secondo valorizza il proprio status e il proprio interesse personale anche a scapito della crescita dei collaboratori.

Un servant leader guarda al futuro: stabilisce obiettivi a medio e lungo termine, comunica la propria visione organizzativa, si sforza di coinvolgere il team nella condivisione di tale visione. I risultati non prescindono da un’attenzione alle relazioni con i collaboratori, che sono responsabilizzati e motivati e lavorano con maggiore impegno e dedizione, minore stress, maggiore produttività, miglioramento del clima nell’ambiente di lavoro.

La diversità del paradigma direzionale consiste nella cultura della leadership orientata al servire, al prendersi cura, al dedicare attenzione all’altro, che si tratti di un collega, di un collaboratore, di un cliente. Questo spirito non è relegato ai piani alti di un’organizzazione, ma deve essere distribuito, diffuso e condiviso a tutti i livelli aziendali.
Ecco le dieci caratteristiche del servant leader secondo Larry Spears.

  • Ascolto — ascoltare con attenzione il detto e il non detto, dagli altri e dalla propria voce interiore.
  • Empatia — accettare e riconoscere le persone per le loro abilità e capacità uniche e speciali, come individui bene intenzionati anche se ci sono problemi di comportamento o di prestazione.
  • Capacità di curare — curare se stessi e le proprie relazioni con gli altri, aiutandoli quando hanno qualche problema.
  • Consapevolezza — capire e integrare al meglio questioni legate all’etica, al potere e ai valori.
  • Persuasione — l’autorità si esprime con la persuasione più che col comando.
  • Concettualizzazione — vedere e analizzare i problemi da un punto di vista più ampio, concettuale e visionario, invece di limitarsi a obiettivi di breve termine.
  • Intuizione — applicare le lezioni del passato alle realtà del presente.
  • Stewardship — gestione responsabile di beni comuni, prodotto, patrimonio culturale, benessere della popolazione, personale, processi organizzativi. 
  • Impegno a far crescere gli altri — responsabilità della crescita personale, professionale e spirituale degli altri, fornendo risorse per lo sviluppo personale e professionale, o incoraggiando le persone a partecipare nelle decisioni.
  • Costruzione di comunità — costruire piccole comunità nell’ambiente di lavoro per reagire alle grandi istituzioni in grado di controllare le vite degli uomini.

Il servant leader è capace di empowerment, di investire e lavorare su se stesso per rendere gli altri in grado di rendere al meglio, di incoraggiare la reciprocità, la collegialità, il sostegno e l’apprendimento sociale. E’ un leader giardiniere, che fa crescere e fiorire i collaboratori come belle piante, è un coach per tutti i suoi dipendenti.