Multidisciplinarità, interdisciplinarità, metadisciplinarità

atlante management

L’evoluzione della cultura occidentale è avvenuta attraverso una progressiva differenziazione delle discipline. Il sapiente dell’antichità si occupava di fisica, filosofia, matematica, etica. Con la nascita della scienza da Galileo in poi matematica, fisica, filosofia e scienze hanno cominciato a distinguersi e a svilupparsi ognuna per la propria strada, fino a diventare talmente specialistiche da elaborare propri linguaggi e proprie visioni del mondo. Gli esperti nelle singole discipline sono poco rilevanti se non raggiungono un altissimo livello di specializzazione, ma così facendo finiscono per essere espertissimi in un campo, semianalfabeti in tanti altri campi. Ecco dunque che un eminente cardiologo sa qualche rudimento di odontoiatria, ed è pressoché analfabeta di fronte ad un problema di fisica o ad un’opera d’arte.

La specializzazione è stata anche alla base della produzione. La fabbrica ha suddiviso funzioni e mansioni, creando strutture verticali simili a silos e poco o nulla comunicanti fra di loro, e all’interno di ogni silo ulteriori specializzazioni, fino al tagliatore, al rettificatore, al montatore. In tal modo diventa sempre più difficile avere una visione d’insieme della propria azienda, della società, dell’ambiente.

La specializzazione aumenta l’efficienza, a scapito però del senso di ciò che si fa, e dell’armonia con altri prodotti ed altre azioni, per non parlare dell’indifferenza all’ambiente e alla società.

Ecco dunque che i nuovi concetti organizzativi e culturali, pur continuando a spingere l’ormai inarrestabile specializzazione, cercano sempre più di bilanciarla con visioni e competenze trasversali, tali da rimettere insieme settori che sembravano inconciliabili. Le nuove tecnologie dell’informazione e comunicazione hanno creato macchine tuttofare come il personal computer e il telefono portatile, che ci mettono in grado di leggere e scrivere, registrare suoni, fare foto e video, ricerche, simulazioni, e così via. Se la stessa macchina può fare tante cose diverse, la persona che la usa può abbracciare campi diversi. Anche gli output della macchina, se prima erano monomediali, ora vanno sempre più diventando multimediali. Possiamo inserire in un testo una foto, un video, una tabella di calcolo, un grafico.
Accanto alla specializzazione disciplinare, si sviluppano i concetti di multidisciplinarità, interdisciplinarità, metadisciplinarità, sia per l’individuo, sia per le organizzazioni.

 

Multidisciplinarità

La multidisciplinarità affronta un fenomeno, un problema, un evento, un argomento da punti di vista e con strumenti di discipline diverse, con persone o gruppi di lavoro diversi. Per esempio, un nuovo prodotto può interessare la ricerca e sviluppo, il marketing, la gestione finanziaria, la produzione. Oppure un problema di salute come il diabete può essere affrontato da un medico specialista, da un dietologo, da un allenatore sportivo, da un cuoco. Il fenomeno è affrontato in modo più completo che non se fosse affrontato da un solo punto di vista, ma i diversi modi di osservarlo ed affrontarlo possono restare indipendenti e indifferenti l’uno all’altro. Tornando all’esempio precedente, la direzione può decidere di non investire sul nuovo prodotto, a prescindere dagli argomenti dei ricercatori e degli esperti di marketing. Con l’approccio multidisciplinare una determinata questione viene studiata da più discipline, ma senza interazione tra esse. Ci si limita ad una giustapposizione d’informazioni attinte dalle diverse scienze e competenze.

Interdisciplinarità

L’interdisciplinarità aggiunge all’approccio multidisciplinare la relazione e lo scambio fra le discipline. Il dietologo e il trainer possono interagire con il cuoco per guidarlo nella preparazione di cibi adatti al diabetico. Tuttavia, anche se interdisciplinari, possono restare entro l’ambito del problema, senza tener conto di contesti più ampi e senza domandarsi se criteri e metodi di ricerca e di azione sono ottimali. L’interdisciplinarità dunque procede verso l’interazione, considerando le varie discipline in reciproca connessione. Le diverse scienze e discipline si incontrano e si scambiano vedute per allargare i reciproci orizzonti. Spesso la spinta all’interdisciplinarità è legata a motivi di efficienza pragmatica e non al desiderio di unificare le conoscenze; si coopera e si interagisce per produrre di più e meglio o raggiungere più in fretta un certo obiettivo, non per rispondere in modo più completo a domande più significative.

Metadisciplinarità

La metadisciplinarità si solleva ad un livello più alto, riflette sul quadro di riferimento e sui presupposti della ricerca, sui punti di somiglianza e di divergenza con le altre discipline, sul contesto sociale e ambientale, sull’etica e sui valori, sul senso e sui fini. Non si tratta di un livello gerarchico, ma di un atteggiamento mentale che relativizza il contributo della propria disciplina rispetto ad altre discipline, dialoga con operatori interni ed esterni di discipline diverse dalla propria, si riferisce ad altre capacità e competenze oltre quelle del proprio ruolo. Fin dall’antichità la metadisciplinarità, con la metafisica di Aristotele, riflette sui principi e sui valori che muovono le idee e gli eventi, e sulle discipline specifiche, come la filosofia del diritto o della storia. Da alcuni decenni si sono sviluppate diverse metascienze (metamatematica, metalogica, metabiologia, ecc.), che cercano di inquadrare la relativa disciplina in cornici più generali, per affrontare con sguardo più ampio problemi complessi, che spesso trovano soluzione proprio grazie ai punti di vista diversi e a somiglianze e differenze con altri settori e altre discipline. Già Leonardo da Vinci comprese che la struttura di un bacino fluviale è simile al sistema circolatorio, e quindi è comune a geografia, idraulica ed anatomia. Tutta l’automazione della logistica nella grande distribuzione è stata studiata sui modelli di distribuzione della posta.

Oggi abbiamo interi ambiti di ricerca, come le scienze cognitive, a cui partecipano informatica, psicologia, filosofia del linguaggio, neurofisiologia, educazione, cibernetica. L’urbanistica tiene conto di problemi sociologici, territoriali, logistici, di mobilità, di salute, di estetica, di qualità della vita. LA gestione aziendale non è più racchiusa nella monocultura del profitto, ma si apre alla responsabilità sociale, alla ricerca tecnologica e scientifica, alle sponsorizzazioni culturali, alla moltitudine e varietà dei suoi stakeholder.

La conoscenza si sviluppa con movimenti a spola che vanno dalle parti al tutto e dal tutto alle parti, dall’analisi della ricerca di frontiera alla sintesi della visione dirompente. Con questi approcci si intrecciano i campi del sapere e del fare, si considera l’uomo in modo olistico ed ecologico come insieme complesso che convive con altri insiemi complessi più piccoli e più grandi, si ricompone la frammentazione delle specializzazioni per superare una visione frammentata di se stessi e del mondo.