Complessità

complesso e complicato

“Complicato” significa “con pieghe”, “complesso” significa “con nodi”. Per comprendere una cosa complicata basta “spiegarla”, ossia togliere le pieghe. Per comprendere una cosa complessa occorre distinguere i nodi dai fili che li collegano, definire la natura di nodi e legami e la struttura della rete che tiene insieme il sistema complesso.

Quando e perché si parla di complessità? Il matematico americano Warren Weaver in uno studio del 1948 osservò in natura tre tipi di sistemi:

  • Sistemi semplici con poche variabili, studiati dalla fisica e dalla biologia fino all’ottocento.
  • Sistemi a complessità disorganizzata, con molte variabili ognuna delle quali si comporta in modo casuale o sconosciuto. Se ne possono studiare solo comportamenti medi e ricorrenti.
  • Sistemi a complessità organizzata, con parecchie variabili connesse in un tutto organico, presenti in biologia, medicina, psicologia, economia, scienze politiche. I problemi posti da questi sistemi sono studiati dalle teorie della complessità e del caos.

In natura i sistemi complessi sono più frequenti di quelli semplici, e ogni sistema interagisce con gli altri in un ecosistema a sua volta complesso. Le nuvole e le piogge interagiscono con i fiumi che erodono le terre e modellano le coste e le pianure, e così via. Gli ecosistemi sono ambienti complessi in cui si sviluppa la vita in tutta la sua biodiversità.
Le organizzazioni umane, che nella rivoluzione industriale si ispiravano alla logica lineare e meccanica delle macchine e delle catene di montaggio, nella nostra era postindustriale si ispirano agli organismi viventi e agli ecosistemi, che obbediscono a logiche circolari ricorsive (frattali) e a strutture di rete.

Il pensiero sistemico è l’approccio mentale necessario ad affrontare i sistemi complessi. La dinamica dei sistemi, la statistica e il calcolo delle probabilità, la logica “fuzzy”, le teorie del caos e delle catastrofi studiano da diversi punti di vista i comportamenti dei sistemi complessi.

Il management caordico (che si tiene in equilibrio sull’orlo che separa l’ordine dal caos) cerca di gestire i sistemi complessi, limitando al minimo gli interventi di direzione e controllo, e lasciando che gli elementi del sistema si gestiscano da soli, come il cuore o il fegato in un organismo agiscono in autonomia per tenere in vita l’organismo stesso. I sistemi complessi infatti agiscono dal basso all’alto (bottom-up) con comportamento emergente in cui l’intelligenza emerge dal basso verso l’alto. Il comportamento dei singoli elementi mostra la sua intelligenza solo se osservato a livello superiore: tante formiche che si muovono ognuna per conto suo formano il formicaio perfettamente organizzato e funzionale. Tante persone che vivono la loro vita formano le città.
I sistemi superiori si riorganizzano spontaneamente in base alla riorganizzazione dei sistemi inferiori. Per esempio, se uno si ferisce ad una gamba, le cellule e gli anticorpi si danno da fare per riparare la ferita. Se distruggiamo un formicaio con una pedata o bombardiamo una città, dopo un po’ le formiche e i cittadini si danno da fare per ricostruire formicaio e città.