Mappa cognitiva
Le mappe cognitive – termine proposto dallo psicologo Edward Tolman – sono rappresentazioni di quella parte del sistema di credenze di una persona impegnata in un processo di soluzione di problemi o di presa di decisioni. Sono modelli di conoscenza su cui ci basiamo per metterci in rapporto con il mondo. Abbiamo una mappa cognitiva generale, derivante dall’essere occidentali o orientali, bianchi o neri, maschi o femmine, giovani o vecchi, e mappe particolari costituite dalle conoscenze che abbiamo acquisito su un argomento. Se sono un alpinista, avrò una mappa cognitiva sulle Dolomiti diversa da quella di un cittadino che va al mare.
La mappa cognitiva è la struttura che dà senso alle nostre conoscenze, che altrimenti non avrebbero senso per noi. Per esempio, se guardiamo un mucchio di ossa e non possediamo la mappa cognitiva di un mammuth, quelle ossa non hanno molto significato per noi. La stessa cosa cambia significato a seconda della mappa cognitiva di chi la osserva. La luna vista dagli innamorati è un effetto speciale romantico, vista da un astronomo è una superficie bucherellata dai crateri.
Una mappa cognitiva descrive la percezione consapevole della realtà, il modo in cui una persona coglie una situazione o un problema. Non rappresenta la situazione come realmente è, ma come è percepita e rappresentata dai soggetti interessati alla situazione. E’ un insieme – personale e soggettivo – di concetti, esempi e descrizioni riferiti ad un dato campo di conoscenza e collegati fra loro.
Le mappe cognitive sono processi mentali composti da una serie di trasformazioni psichiche con cui un individuo può acquisire, codificare, immagazzinare, richiamare e decodificare informazioni su situazioni e attributi di fenomeni nel loro ambiente spaziale quotidiano o metaforico. Usiamo questi processi di costruzione e accumulazione di conoscenza spaziale che permettono all’occhio della mente di visualizzare immagini (mappe) per ridurre il sovraccarico cognitivo e rafforzare l’apprendimento e la memoria.
Le mappe cognitive sono strutture virtuali che abbiamo nella nostra mente, e che esprimiamo con mappe grafiche, discorsi, scritti, immagini, suoni, progetti, soluzioni, che a loro volta influenzano le mappe cognitive in un processo non lineare che trasforma mappe cognitive ingenue (all’inizio del processo di formazione o di esperienza) in mappe esperte (fuzzy cognitive maps).
La comunicazione consiste nel far sovrapporre una parte della nostra mappa cognitiva con una parte di quella del nostro interlocutore (farle sovrapporre per intero è praticamente impossibile). I disturbi di comunicazione dipendono dal confronto fra mappe cognitive diverse, che non trovano nessun punto di contatto, o contatti aberranti, come spiega Paul Watzlawick in “Pragmatica della comunicazione umana” e in “Realtà delle realtà”. Watzlawick dice addirittura che la mappa è il territorio, o meglio che i territori non esistono in natura, ma solo nella mente degli animali che ne fanno il loro habitat.
Una mappa cognitiva è generata da un certo numero di input sensoriali come visione, propriocezione, olfatto e udito, con cui si stabilisce la propria posizione e direzione all’interno del proprio ambiente.
i sensi e la propriocezione inviano segnali all’ippocampo che elabora la mappa come un insieme di connessioni neuronali e ci permette di muoverci, orientarci nello spazio, e metaforicamente negli spazi della mente. I segni del corpo si combinano con segnali e riferimenti esterni come bussole, mappe, segnaletica, navigatori.
Le mappe cognitive si possono rappresentare per mezzo di reti semantiche, mappe concettuali e mappe mentali, oltre che con tutte le altre espressioni umane: parlare, scrivere, disegnare, dipingere o fotografare, cantare, suonare, scalare montagne, navigare.
Le mappe cognitive si possono stimolare con sedute di brainstorming dove tutti parlano a ruota libera influenzandosi a vicenda, o con la costruzione di reti semantiche o mappe a partire da una parola-stimolo. Con le mappe mentali per esempio si mette al centro la parola stimolo, o l’argomento che si vuole sviluppare, e si fanno partire tutto intorno rami che sviluppano con parole chiave tutti gli aspetti e le relazioni che vengono in mente su quell’argomento. AI fini didattici il confronto fra una mappa mentale o concettuale fatta in un certo momento, e con la stessa mappa rifatta dopo un percorso formativo, permette di visualizzare, con l’arricchirsi dei rami o dei nodi di rete, quanto la mappa cognitiva del discente si sia sviluppata in seguito all’apprendimento.