Instructional System Design (ISD)

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La progettazione della formazione, dopo la diffusione delle nuove tecnologie informatiche e del web, richiede un insieme di competenze che vanno dal fronte della psicologia e della didattica fino a quello delle tecnologie e dell’organizzazione progettuale e gestionale. Si avvale di diversi sistemi di progettazione, detti ISD (instructional system design, sistemi di progettazione formativa), come ADDIE, SAM, Dick and Karey, Kemp, FKA, ecc.

Qui trovi una rassegna di questi sistemi:
https://www.instructionaldesigncentral.com/instructionaldesignmodels

Un po’ tutti seguono questo schema metodologico:

  1. Analisi dei bisogni formativi, delle risorse e dei vincoli (qual è la situazione reale);
  2. Definizione degli obiettivi (che cosa si vuole ottenere dalla formazione);
  3. Elaborazione di strumenti e metodi (come insegnare e come valutare i miglioramenti);
  4. Definizione di contenuti e tempi (che cosa insegnare e quando);
  5. Verifica della corrispondenza tra obiettivi e risultati.

La progettazione tiene conto dei contenuti, dei discenti, come sono, da quale livello partono, con quale stile apprendono, dei tempi, delle risorse necessarie e disponibili, delle strutture fisiche dei luoghi di apprendimento e delle tecnologie.

L’instructional design nasce negli anni ’60 del secolo scorso con i corsi di istruzione programmata basati sul comportamentismo. L’intento è costruire macchine per insegnare. L’apprendimento è mnemonico e poco significativo, per cui negli anni ’70 si passa al cognitivismo: la mente è simile ad un computer e l’apprendimento deve modificare qualcosa nella memoria a lungo termine. Negli anni ’80 dal cognitivismo si passa al costruttivismo. Si diffonde Internet, che negli anni ’90 diventa il Web. I computer si collegano in rete e i progettisti vanno dai contenuti alle interfacce utenti alle reti, e creano le piattaforme LMS come ambienti generali di apprendimento. Si diffonde la multimedialità, che richiede multidisciplinarità. Nasce e si sviluppa l’e-learning, apprendimento a distanza via web, i corsi diventano interattivi e modulari, con learning objects indipendenti e autoconsistenti messi a disposizione del discente che può combinarli come vuole in un corso personalizzato.

Con il nuovo millennio arrivano i dispositivi mobili e i corsi diventano app con cui l’utente ha a disposizione supporti immediati che rispondono ai suoi bisogni del momento con tutorial audiovisivi, moduli formativi, suggerimenti e consigli di esperti. Si diffondono i social network e le comunità di pratica, cambiano le metodologie con la didattica peer2peer, il reverse learning, la gamification. Il cloud computing permette di avere a disposizione materiali e applicazioni ovunque ci si trovi. Le ultime frontiere della ricerca vedono l’ISD impegnato con la realtà virtuale, la realtà aumentata, l’intelligenza artificiale con cui chi impara non è più soltanto l’uomo, ma anche la macchina.

Attualmente i due approcci più diffusi all’ISD sono il LAMS e l’ADDIE, ma cominciano a prendere piede i metodi di agile ID.

Qui trovi una storia dell’instructional design in 16 articoli: http://www.nwlink.com/~donclark/history_isd/isdhistory.html

E qui un poster con una rappresentazione grafica della cronologia:
https://elearninginfographics.com/brief-history-instructional-design-infographic/