Architetture dell’istruzione

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Le architetture dell’istruzione sono macrostrutture che comprendono il controllo richiesto a docenti e allievi, il livello di strutturazione dei materiali, le interazioni (verticale da docente a allievo, orizzontale fra docente e allievi, tra pari fra allievi e allievi).

Si concentrano più sulle dinamiche dell’apprendimento che sulle metodologie dell’insegnamento, spostando il punto di vista dall’attività del docente alla competenza dell’allievo.

Dalle architetture dipendono le strategie formative, i programmi, i corsi, i tipi di formazione in presenza, a distanza, tradizionale, tecnologica. Le varie architetture vanno dalla somministrazione del prodotto formativo fino alla metaformazione (imparare ad imparare) che rappresenta il livello più evoluto del discente. Nella formazione recettiva l’allievo è un ascoltatore subordinato, un vaso da riempire con lezioni frontali, anticipative, metodologiche. Non c’è interazione. Nella formazione comportamentale il docente spezzetta le conoscenze in piccoli pezzi, adatti a principianti, tutorial, pratiche guidate, istruzioni passo-passo. La scoperta guidata si basa su problem solving e attività di laboratorio. Il docente è un coach facilitatore, gli allievi imparano meglio quando si impegnano a risolvere problemi e ne discutono insieme. La formazione esplorativa considera l’allievo come attore, impegnandolo in ricerche, progetti, brainstorming; l’apprendimento è una scoperta personale. L’architettura simulativa porta a sperimentare condizioni simili a quelle reali con role play, simulazioni di scenari, studi di casi, pensiero sistemico. L’apprendimento collaborativo vede l’allievo come autore-attore e il docente come regista in lavori di gruppo, seminari, peer tutoring. A livello metacognitivo l’allievo osserva e regola il proprio processo di apprendimento, si autovaluta, ragiona sui perché e sui come, impara ad imparare.

architetture dell'istruzione

La mappa mostra i quattro settori che vanno presi in considerazione in un progetto di formazione: i livelli dei discenti, l’efficacia nella soluzione di problemi, gli argomenti, dai contenuti ai processi e ai criteri di valutazione, le competenze da sviluppare.

Nella tabella ci sono gli argomenti che un’architettura didattica deve prendere in considerazione.

Lo scopo dell’architettura formativa è l’acquisizione o lo sviluppo di competenze dichiarative (sapere qualcosa), procedurali (sapere come fare), di prestazione (saper fare certe cose), di conoscenza (sapere e saper spiegare a se stessi e ad altri che cosa si fa, come lo si fa e perché).

L’apprendimento efficace, ossia quello che fa crescere e cambiare comportamenti, si basa più su un’ampia gamma di strategie cognitive e applicative che sulla memorizzazione, ed è sostanzialmente un apprendimento per problemi più che per nozioni. Si realizza in cinque passi rappresentati nella tabella.