Invenzione

scoperta, invenzione, innovazione

La parola invenzione deriva dal latino invenio, che significa trovo, a sua volta composto da in e venire, e dunque giungere dentro, arrivare, trovare, scoprire. Inizialmente quindi era sinonimo di “scoperta”, e soltanto dopo ha assunto il significato di ideazione di qualcosa che prima non esisteva, differenziandosi dalla scoperta che trova qualcosa che c’era ma era ignoto, e dall’innovazione che applica i risultati di invenzioni e scoperte per migliorare processi, prodotti e servizi.
Per fare un esempio, l’elettricità è una scoperta, la lampadina è un’invenzione, l’illuminazione elettrica è un’innovazione.

L’invenzione ha una connotazione positiva come fantasia, immaginazione di qualcosa di piacevole o di utile, e negativa come menzogna, illusione, inganno.
Il concetto di invenzione è molto ampio, va dall’idea che si affaccia nella mente di qualcuno, fino al risultato di un lungo processo che coinvolge persone, enti, aziende. In tal senso è assimilabile alla soluzione di un problema o di un insieme di problemi, come è stato il caso di Internet, nato dal problema di garantire il funzionamento di reti comunicative anche nel caso che fossero danneggiate o interrotte, e poi diventato un complesso sistema di comunicazione globale nell’arco del trentennio che va dai sessanta ai novanta del secolo scorso.

I grandi inventori del passato oggi sono sostituiti da interi reparti di ricerca e sviluppo, che lavorano ininterrottamente scambiandosi dati da un emisfero all’altro.

L’invenzione è principale se non dipende da invenzioni precedenti, o derivata se modifica o combina fa loro dispositivi precedenti. La ruota e la caldaia a vapore sono invenzioni principali, la locomotiva le combina in una invenzione derivata.
A volte un’invenzione resta inutilizzata perché i tempi non sono ancora maturi: è tipico il caso di molte invenzioni di Leonardo.