Intelligenza collaborativa

atlante creatività

Possiamo affrontare un problema da soli, contando solo sulle nostre risorse, oppure con altri, per farci aiutare o per fare squadra e lavorare insieme.
Per poter profittare dell’apporto altrui però dobbiamo avere un’intelligenza aperta a tale apporto. Alcune persone preferiscono fare tutto da sole perché non sanno delegare o non si fidano degli altri, o perché pensano di perdere più tempo a spiegare che cosa vogliono, che non a farselo da sé. Altri invece sono troppo timidi e insicuri per inserirsi in un gruppo e dire la propria, e preferiscono accodarsi a soluzioni altrui senza dare un proprio contributo di idee. L’intelligenza collaborativa è un tipo di intelligenza capace di confrontarsi con altri, a volte conducendo il gioco, altre volte facendosi condurre, ma comunque mirando all’interesse comune, alla soluzione che va bene per tutti gli interessati. Se lavoriamo da soli tendiamo a restare ancorati al nostro punto di vista e ad adottare le stersse soluzioni che abbiamo adottato con successo in casi precedenti. Gli altri invece ci forniscono punti di vista e soluzioni differenti da cui può scoccare la scintilla creativa.

L’intelligenza collaborativa si può applicare in tutte le fasi di problem solving, dall’individuazione e definizione del problema alla raccolta dei dati, dalle strategie di soluzione alle soluzioni possibili, dalle soluzioni scelte all’applicazione di esse in progetti operativi.
Nella storia della cultura umana troviamo grandi esempi di intelligenza collaborativa, come le cattedrali gotiche, i poemi epici delle saghe eroiche, la Wiener Werkstätte, la scuola zoologica marina Dohrn di Napoli. L’intelligenza collaborativa ha presente il problema ma è aperta a suggerimenti e soluzioni, anche se li accoglie con spirito critico per valutarne la validità e la qualità. Il leader del gruppo, nel caso che ci sia, non si prende il merito del successo, ma lo condivide con gli altri. Anche forti personalità individuali possono creare gruppi di lavoro e scuole che ne continuano e ne ampliano l’opera, come erano le botteghe artistiche rinascimentali.

Nel mondo moderno l’intelligenza collaborativa è un requisito fondamentale, perché spesso i problemi sono troppo complessi perché possa affrontarli una sola persona. Non basta più affrontare un problema con una sola disciplina, ma occorre la collaborazione fra competenze e discipline diverse, per problemi di tipo ambientale, sociale, di ricerca scientifica e tecnologica.

La collaborazione può avvenire fra due persone, fra i componenti di un gruppo che convivono nella stessa sede, o a distanza, con gruppi virtuali che si incontrano con tecnologie social o wiki. Molti programmi open source sono il frutto di collaborazioni fra centinaia di migliaia di persone sparse in tutto il mondo, aperte alla condivisione delle conoscenze e alla collaborazione per il miglioramento dell’applicazione che usano in comune. Un grande esempio di intelligenza collaborativa è l’enciclopedia on line Wikipedia, o il programma di grafica tridimensionale Blender.

L’intelligenza collaborativa si distingue dalle intelligenze collettiva e connettiva non tanto per gli output, che sono pressoché gli stessi, quanto per l’atteggiamento e le motivazioni. Io posso servirmi delle intelligenze collettiva e connettiva se faccio ricerche su Google senza interagire con altri, ma solo con le informazioni che ottengo come risposta alle mie domande. Se invece mi attivo in un gruppo di lavoro, sono disponibile verso gli altri, sono capace di aiutarli e di farmi aiutare, non colpevolizzo i colleghi ma contribuisco a risolvere il problema tenendo conto delle nostre prove ed errori, metto in comune successi e saperi, allora sto esprimendo la mia intelligenza collaborativa.