Technical writing

technical writing

atlante –  comunicazione

Nell’ambito del business writing, il technical writing è il settore che si occupa della scrittura di testi tecnici come istruzioni per l’uso, manuali, rapporti, procedure, specifiche e schede tecniche.

Si applica in tre campi:

  • comunicazione su argomenti tecnici specialistici come applicazioni informatiche, procedure mediche, normative ambientali;
  • pubblicazioni su pagine web, help on line, social media e forum;
  • istruzioni sul come fare qualcosa, sotto forma di manuale, articolo o tutorial video.

Lo scopo del technical writing è trasmettere informazioni tecniche nel modo più chiaro e utile possibile, in modo che siano agevolmente lette e comprese. Non usa solo testo, ma illustrazioni, diagrammi, foto, video. Le forme sono le più svariate, da tutorial ed help in linea a promemoria, proposte commerciali, fogli di calcolo, specifiche di prodotto, estratti e riassunti, manuali.
La scrittura tecnica risale ad Aristotele ed è stata ripresa nel medioevo e poi nelle note leonardesche e nei testi di Galileo, ma si è diffuso con la rivoluzione industriale, per descrivere le procedure di utilizzo delle nuove macchine che venivano inventate. Dopo la seconda guerra mondiale la professione fu riconosciuta ufficialmente e ci fu una grande diffusione di documentazioni di prodotto e di processo. Con la successiva diffusione di tecnologie nuove, dalla meccanica ai computer, crebbe il bisogno di documentazione tecnica, dai fogli illustrativi associati ai prodotti, alla segnaletica di ambienti e mezzi di trasporto, fino alle procedure di produzione, manutenzione e prevenzione infortuni sul posto di lavoro.
Una buona scrittura tecnica deve essere breve, precisa, facile, senza errori, orientata all’utente. Evita espressioni specialistiche e gergali, forme passive e nominalizzazioni. L’argomento trattato deve essere immediatamente individuabile anche con una consultazione frettolosa.
Il processo di produzione di un testo tecnico può risalire ai canoni retorici di Cicerone, e si sviluppa in sei passi:

  1. determinare scopo e destinatari;
  2. raccogliere informazioni;
  3. fare una scaletta;
  4. buttare giù una prima stesura;
  5. rileggere e correggere;
  6. pubblicare.

I testi vanno movimentati e resi più leggibili con elenchi puntati, neretto, corpi e caratteri appropriati, immagini, diagrammi e video. Negli ultimi tempi si sono aggiunte le tecniche dell’ipertesto, dei word processor e degli editori grafici e multimediali che hanno facilitato la produzione di documenti tecnici.

Con la multimedialità e l’interattività permesse dalle nuove tecnologie le competenze del technical writer sono diventate più complesse e sofisticate, perché si estendono a problemi di interfacce utente di apparecchiature e applicazioni, e a problemi di comunicazione uomo/macchina.

Il technical writer ha la responsabilità dei pericoli derivanti dal cattivo uso di uno strumento. L’ideale del business writing è avere prodotti progettati talmente bene che se ne possa fare a meno. Per riuscirci gli aspetti comunicativi vanno affrontati da specialisti della comunicazione, non lasciati in mano agli ingegneri. E il comunicatore va coinvolto non a prodotto finito, ma a monte delle fasi progettuali. Don Norman, grande teorico delle interfacce, sostiene che l’oggetto ben progettato deve essere auto-esplicante: un cassetto o una lattina di birra devono farti capire come si aprono, ma anche un programma di scrittura deve farti capire che cosa devi fare senza dover consultare ad ogni passo l’help. Aggiunge che se non sappiamo usare qualcosa la colpa non è nostra, ma di chi l’ha progettata. E potremmo aggiungere: del technical writer che non si è fatto capire abbastanza.