Gatekeeper

Il termine gatekeeper (che in italiano significa “custode del cancello” o “guardiano”) si riferisce a una persona, un’entità o un sistema che ha il potere di controllare l’accesso a qualcosa. Questo “qualcosa” può essere un’informazione, una risorsa, un servizio o persino un gruppo sociale.
Se si pensa all’enorme quantità di informazioni che arrivano ogni giorno ad una grande agenzia di stampa, e agli spazi limitati di un giornale cartaceo o web o dei notiziari tv, si ha un’idea dell’importanza della funzione del gatekeeper, svolta da individui o gruppi in tutte le fasi di un processo informativo, da chi decide se mandare inviati a “coprire” un avvenimento, a chi fa una prima valutazione della notiziabilità dei materiali ricevuti, fino alle redazioni di testate, rubriche, notiziari, approfondimenti, per arrivare ai giornalisti singoli che firmano il servizio da pubblicare.
A tutto questo si aggiungono i moderatori dei siti e dei forum web che decidono che cosa far apparire e che cosa censurare per evitare un uso inappropriato specialmente degli spazi interattivi delle piattaforme social.
Il gatekeeper assume funzioni diverse in base all’ente di cui fa parte o per cui lavora. Se opera in un ufficio stampa di organizzazioni pubbliche o private, è come un avvocato che difende il suo ente, quindi fa passare solo notizie ad esso favorevoli. Se invece opera nella redazione di un giornale, è come un giudice che, nell’interesse dei lettori, deve giudicare se le notizie ricevute sono veritiere, sono valide, sono attendibili. Oggi purtroppo c’è una notevole confusione fra uffici stampa e redazioni, che spesso fanno l’interesse dell’editore, del gruppo finanziario o del potere politico che sostiene la testata, e quindi si comportano più da uffici stampa che da giornalisti. Il web ha in parte corretto, in parte ancor più inquinato la situazione con la molteplicità di voci ognuna delle quali svolge la propria funzione di gatekeeper. Comunque i giornalisti ufficiali non possono più non tener conto dell’opinione di influencer web molto seguiti, e anche se vorrebbero bloccare qualche notizia, è difficile che questa non trapeli dai mille rivoli che alimentano la marea del web.
Il gatekeeper mediatico dunque, con la sua azione di filtro decide che cosa deve comparire nell’agenda setting del giorno o della settimana o più, nel caso di eventi come guerre che si protraggono per anni. Ma il concetto di gatekeeper con la sua funzione di filtro è applicabile a contesti diversi. È un ruolo trasversale che si può trovare ovunque esista la necessità di controllare il flusso di qualcosa, sia esso informazione, accesso, o risorse. La sua natura dipende dal contesto in cui opera.
La funzione di gatekeeper è intrinsecamente attribuibile anche agli uffici stampa, alle relazioni pubbliche e alle relazioni esterne. Questi uffici operano come filtri e mediatori tra un’organizzazione e il pubblico, i media e altri stakeholder. L’ufficio stampa seleziona ciò che è rilevante e strategicamente utile per l’immagine dell’azienda. Gestisce le richieste di interviste da parte dei giornalisti, decidendo quali portavoce o esperti sono i più adatti a parlare su specifici argomenti, per garantire che il messaggio veicolato sia coerente e allineato agli obiettivi dell’organizzazione. Interpreta le richieste dei media e le traduce per i dirigenti e gli altri dipendenti, preparando le risposte e gestendo le interazioni per minimizzare i rischi e massimizzare i risultati positivi.
Gli uffici di relazioni pubbliche e relazioni esterne controllano il flusso di informazioni per costruire e mantenere una reputazione positiva. Ciò include la gestione delle crisi, dove agiscono come gatekeeper per controllare la narrativa e limitare la diffusione di informazioni dannose. Gestiscono le relazioni con gli stakeholder, come intermediari tra l’organizzazione e diversi gruppi di interesse, come clienti, investitori, comunità locali e governi. Decidono quali richieste o feedback sono prioritari e come gestirli, filtrando e canalizzando le interazioni per proteggere gli interessi dell’organizzazione.
Oltre alla comunicazione e al sistema dei media troviamo il gatekeeper nel management, nella tecnologia e nella psicologia.
Nel management la segretaria o l’assistente esecutivo gestiscono l’agenda di un dirigente, decidendo chi può incontrarlo e quando. Il project manager approva o rifiuta le richieste di budget o di risorse da parte del team. Un top manager controlla l’allocazione di capitali, la selezione dei progetti e le promozioni. Tutte queste figure svolgono un ruolo di mediazione e decisione cruciale per l’efficienza e il funzionamento dell’organizzazione. Con l’avvento del digitale, le grandi aziende tecnologiche come Alphabet, Apple o Meta fanno da gatekeeper sia nella comunicazione controllando le piattaforme (social network, motori di ricerca) attraverso cui passano miliardi di informazioni, e decidendo quali contenuti sono visibili e quali no, sia nel management, perché gestiscono il mercato digitale, influenzando la concorrenza, le opportunità di business e l’accesso ai clienti per altre aziende.
In ambito tecnologico, il concetto di gatekeeper si riferisce a sistemi o interfacce che gestiscono e filtrano i flussi di dati, come firewall e sistemi di sicurezza che filtrano il traffico dati in entrata e in uscita, decidendo quali pacchetti possono passare e quali devono essere bloccati per motivi di sicurezza. In questo contesto, il gatekeeper è l’interfaccia o il sistema che controlla l’accesso, non solo per sicurezza, ma anche per organizzare e presentare l’informazione in modo specifico con motori di ricerca e social network, interfacce che regolano l’accesso a un’enorme mole di informazioni.

Nelle piattaforme che forniscono servizi social, da Facebook fino a Netflix, oltre ai gatekeeper interni che gestiscono i flussi di dati in entrata da parte degli utenti, i nuovi gatekeeper sono gli algoritmi che agiscono come filtri, decidendo quali contenuti mostrare agli utenti in base a criteri di pertinenza, popolarità o persino interessi commerciali. In tal senso ognuno di noi vede sulla propria bacheca solo quello che l’algoritmo ritiene adatto. Da una parte questo è un vantaggio, perché riceviamo prevalentemente dati che ci interessano, sia come informazioni che come pubblicità, dall’altro è un danno perché rischiamo di chiuderci in bolle comunicative che ci fnno vedere solo quello che ci piace, ci fanno sentire solo la voce di chi è d’accordo con noi, ci rafforzano nelle nostre convinzioni e nei nostri pregiudizi.
In ambito psicologico il gatekeeping si riferisce a comportamenti che una persona adotta per controllare l’accesso dell’altra a risorse, informazioni o relazioni. Nelle relazioni di coppia un partner può agire come gatekeeper, limitando l’accesso dell’altro a denaro, amici, o familiari. Questo comportamento può essere una forma di controllo e abuso emotivo, che priva l’altra persona della sua autonomia e mina la sua autostima. Nel rapporto fra genitori e figli, i genitori possono agire da filtro nella gestione dello smartphone o del tablet, oppure un genitore può limitare i rapporti dell’altro genitore con i figli, se lo ritiene violento o comunque pericoloso, o per propria paranoia, con danno per tutti. In genere l’ipercontrollo è generatore di insicurezza e difficoltà di comunicazione, e va adeguatamente moderato o da soli, o con l’aiuto di un coach o di un terapeuta.